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Cinque francesi e tre italiane: ecco le etichette che hanno cambiato il vino ... Sondaggio di winenews.it sui miti dell’enologia mondiale: ci sono il Sassicaia, il Barbaresco Gaja e il Brunello di Montalcino Biondi Santi. Ma ci sono anche Petrus, Margaux, Romanée-Conti, Dom Perignon e Yquem. Il nuovo mondo? Non pervenuto.
Sono otto: cinque francesi e tre italiani. Nessuno spazio per statunitensi, spagnoli, australiani, sudafricani. E ci mancherebbe altro, direbbe qualcuno. Sono i vini che hanno fatto la storia dell’enologia mondiale: gli italiani Sassicaia della tenuta San Guido, Brunello di Montalcino Biondi Santi e Barbaresco Gaja; e i francesi Château Petrus, Château Margaux, Romanée-Conti, Dom Perignon, Château d’Yquem. Una lista tutt’altro che definitiva ma certamente poco discutibile, frutto delle indicazioni dei webnauti ed enoappassionati che hanno risposto al sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti del vino più cliccati d’Italia, e Vinitaly (www.vinitaly.it), la più importante rassegna nazionale del settore, che si svolge tutti gli anni a Verona ad aprile. Gli otto vini sopra indicati sono i “dream wines”, i vini del sogno, quelli che assaggiarli è una rarità e un evento in sé. Ma i criteri per la scelta prescindono dalla semplice qualità del vino - che in queste otto etichette è clamorosamente alta ma non manca in tanti altri “cru” - per premiare i vini rivoluzionari, quelli che hanno cambiato il modo di intendere e concepire il vino. Nel caso delle tre italiane, si tratta delle etichette che in qualche modo hanno “inventato” alcuni dei più grandi vini italiani o almeno “reinventato” il modo di concepirli: il Brunello di Montalcino è stato letteralmente creato da Biondi Santi nell’Ottocento con delle uve selezionate di sangiovese Grosso; e se Gaja non ha inventato il Barbaresco di certo è la massima identificazione del vino più nobile e austero dell’Italia, anche grazie alla trovata negli anni Trenta di rendere in etichetta più grande il marchio della tipologia; infine il Sassicaia - pur essendo il più giovane all’anagrafe, con i suoi 40 anni - purtuttavia è il padre di tutti i Supertuscans, grazie all’intuizione del marchese Mario Incisa della Rocchetta di impiantare in Maremma viti di cabernet Franc e Cabernet Sauvignon e di tracciare una nuoa strada per la fino ad allora tradizionalissima enologia toscana. Quanto ai cinque francesi nella “top eight”, beh, chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il mondo del vino non può che bramarli. Rappresentano una summa delle grandi regioni vitivinicole francesi: Château Petrus si trova a Pomerol, nel Bordeaux, terra d’elezione del Merlot; Château Margaux nel Médoc, sempre nel bordolese; Romanée-Conti è invece la più celebre tenuta della Borgogna, così come Dom Perignon è l’inventore, nonché quasi sinonimo, del moderno Champagne mentre Château d’Yquem è una vera chiusura in dolcezza, essendo l’azienda massima interprete di quel nettare che è il Sauternes. Non compaiono, invece, sul podio i vini del Nuovo Mondo, neanche quelli la cui fama ha da tempo ormai varcato l’Atlantico, come l’opulento Opus One californiano di Robert Mondavi (con la non trascurabile collaborazione dei Baroni de Rothschild), o l’australiano Grange (un tempo chiamato Grange Hermitage) del colosso Penfolds. Vini che, per quanto eccelsi e dai prezzi tutt’altro che bassi, non hanno ancora secondo gli appassionati il pedigree per entrare nella “hall of fame” del vino internazionale. E il vento non cambia se si passa a parlare nei territori più importanti: anche qui gli intervistati non si muovono da Francia e Italia. O meglio, da Barolo, Montalcino, Bordeaux, Champagne, Chianti Classico, ovvero le denominazioni-simbolo di Italia e Francia. Una sola avvertenza a chi volesse costruirsi una cantina ideale seguendo i consigli degli utenti di winenews: per avere le otto bottiglie in questione bisognerebbe staccare un assegno a quattro zeri, soprattutto a causa dei francesi e del Romanée-Conti in particolare, etichetta questa più rara e costosa del mondo. Ma considerando che gli enonauti di www.winenews.it hanno un elevato titolo di studio e soprattutto godono di un privilegiato livello socio-economico (imprenditori, avvocati, commercialisti, medici eccetera) potrebbe non essere un problema per loro. Per gli altri, la vita è un sogno ma in questo i caso i sogni non aiutano a bere...

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