Coltivare e rendere più solidi possibile i piccoli segnali di ripresa che arrivano dalle importazioni di vino (+4% in volume nei primi 3 mesi 2024, ndr), italiano in primis, ma non solo, in Cina e dintorni: è l’obiettivo dichiarato di “Wine to Asia”, edizione n. 2 del Salone internazionale del vino e degli spirits organizzato da Veronafiere-Vinitaly a Shenzhen, con 120 cantine italiane e 520 aziende da 30 Paesi, di scena da oggi all’11 maggio nella Greater Bay Area, il grande hub ad alto tasso di rapida espansione al mondo che comprende Hong Kong, Macao e nove città della provincia di Guangdong tra cui Shenzhen.
Con una partecipazione di forte impatto del Belpaese, anche grazie a Ice Agenzia, come ha sottolineato l’Ambasciatore d’Italia in Cina, Massimo Ambrosetti, intervenendo alla cerimonia di apertura: “la cultura italiana è un aspetto essenziale per la promozione delle eccellenze mede in Italy, definisce la nostra identità. Siamo naturalmente legati ad una dimensione di civiltà di cui il vino è forse l’elemento più iconico. In Cina questo viene particolarmente apprezzato, nello specifico dalle giovani generazioni affascinate dalla nostra storia e dalla sua cultura enogastronomica millenaria, fortemente legata alla varietà dei territori, una ricchezza straordinaria che ci distingue, affascina i cinesi e incide positivamente sul mercato. Il nostro Paese si conferma protagonista assoluto a “Wine to Asia” 2024: piattaforma fondamentale per gli operatori internazionali del settore vinicolo per far crescere il loro business nella Cina meridionale”.
“L’adesione delle nostre aziende alla campagna di incoming dall’Italia realizzata dai delegati di Veronafiere e Ice Agenzia dimostra il costante interesse verso quest’area geoeconomica, da considerare ancora come un mercato potenziale. Per questo il presidio risulta oggi ancora più fondamentale alla luce di alcuni segnali di cambiamento, a partire dai risultati delle importazioni di vino italiano nel primo trimestre di quest’anno che tornano in terreno positivo sul fronte del valore con un +4%. Inoltre, crescita del prezzo medio e una maggiore ricerca di prodotti qualitativamente alti e di forte espressività territoriale, specie nel fuoricasa, sono le sentinelle di una possibile inversione di tendenza da cogliere”, ha aggiunto il presidente Veronafiere, Federico Bricolo. Anche per questo, la promozione passa da opinion leader come Liu Fangfei, tra le più conosciute giornaliste televisive cinesi e influencer con milioni di follower che ha dedicato numerosi servizi a tema cultura e vino, in particolare a quello italiano, alla quale è stato consegnato il riconoscimento “Vinitaly Award” 2024, “a testimonianza dell’impegno nella divulgazione dei valori espressi dal settore enogastronomico e vitivinicolo del made in Italy”.
Una fiera importante in un hub commerciale importante. La Greater Bay Area (Gba), infatti, è un mercato fondamentale, con quasi il 40% delle merci cinesi in transito. Un’area decisiva, rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, anche per l’import enologico: nel 2023, oltre il 40% degli ordini di vino italiano diretto in Cina e nelle due ex colonie hanno trovato sbocco nella Gba, quota che sale al 64% se si considera l’import cinese complessivo di vino. Un’area fortemente connessa con tutto il Far East, ma strategica anche in relazione al solo mercato del Paese del Dragone: la sola provincia di Guangdong (80 milioni di abitanti) registra il 25% delle importazioni totali di vino tricolore in Cina. Il mercato cinese di vino sta velocemente mutando pelle: ai cali scontati nell’ultimo triennio fa da parziale contraltare la tendenza di una domanda maggiormente qualitativa, con un relativo consistente aumento del prezzo medio del vino italiano negli ultimi 18 mesi. Euromonitor stima un incremento al 2027 delle vendite di vini fermi del 3,7%, con crescite sopra la media per i rosati e per i rossi, che rappresentano il 76% dei consumi cinesi. Ma la vera scommessa potrebbe rivelarsi, anche nel Paese del Dragone, la tipologia spumanti, con un incremento in valore stimato da Euromonitor nel medio periodo del 57%. Un trend positivo che, secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, potrebbe essere già iniziato: nel primo trimestre 2024 l’import di sparkling italiano è cresciuto in valore del 32%, con un’incidenza sul totale delle vendite tricolori in Cina salita all’11%.
Per il dg di Ice Agenzia Guangzhou, Massimiliano Tremiterra, “Shenzhen, nella provincia di Guangdong, è la città che rappresenta il più alto tasso di crescita in Cina. I prodotti agroalimentari e il vino italiano trovano qui un’attenzione particolare. Approviamo e supportiamo la scelta di Veronafiere di organizzare in Shenzhen una fiera per la promozione del vino made in Italy. Riteniamo strategico collaborare per portare a “Wine to Asia” importanti aziende italiane: è fondamentale essere presenti e promuovere la cultura dei prodotti italiani in Cina. Questo tipo di investimenti è necessario perché il potenziale di crescita di questo mercato è ancora molto alto, si deve lavorare sulla diffusione della nostra cultura in senso generale, serve fare conoscere meglio l’Italia insieme alle sue eccellenze enogastronomiche”.
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