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VINO E POLITICA

In Ue si allarga il fronte contro l’etichetta con gli “health warning” sugli alcolici dell’Irlanda

Con Italia, Francia e Spagna, contrarie, anche Portogallo, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Oggi il consiglio “Agrifish”
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Un calice di vino (ph: Thomas Frankel via Unsplash)

Dopo le polemiche infuriate soprattutto in Italia sugli “health warning” sulle etichette degli alcolici, senza distinguere tra consumo e abuso, che l’Irlanda ha deciso di introdurre al proprio interno, con il silenzio assenso della Commissione Ue, nonostante il parere contrario dell’Europarlamento, sembra allargarsi il fronte dei Paesi contrari, che va ben oltre quelli storici produttori di vino, come Italia, Francia e Spagna che, come annunciato nei giorni scorsi dal Ministro dell’Agricoltura e dalla Sovranità Alimentare italiano, Francesco Lollobrigida, stavano già lavorando ad un documento congiunto. Secondo l’Ansa, a Bruxelles, si sarebbe aggiunti al trittico vinicolo anche Portogallo, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, per far pressione sulla Commissione Ue.
Secondo le fonti di agenzia, il nodo sarebbe lo scetticismo sulla “compatibilità tra le regole del mercato interno e le norme che Dublino vorrebbe emanare, a maggior ragione da quando la Commissione ha annunciato misure Ue in materia”. L’iniziativa degli otto Paesi potrebbe concretizzarsi in questi giorni, e probabilmente se ne saprà di più già oggi, al termine del Consiglio dell’Agricoltura e della Pesca con in Ministri dei Paesi europei riuniti a Bruxelles, compreso l’irlandese Charlie McConalogue, a cui lo stesso Lollobrigida, come annunciato nei giorni scorsi, regalerà simbolicamente una bottiglia di vino. Intanto, da Bruxelles, hanno parlato i Ministri dell’Agricoltura di Francia, Marc Fesneau, e quello della Spagna, Luis Planas Puchade.
“Ci sono campagne di sensibilizzazione in tutti i Paesi sull’idea che bisogna consumare in modo moderato gli alcolici. Non riteniamo che l’idea di aggiungere altro rappresenti un punto di equilibrio desiderabile. Vedremo il dibattito. Noi siamo piuttosto sulla posizione espressa dal collega spagnolo e dal collega italiano. Siamo per avere una posizione di equilibrio e siamo per la posizione espressa da un certo numero di Paesi. Vedremo la posizione che verrà raggiunta”, ha detto il francese Fesnau.
“La decisione dell’Irlanda di etichettare i prodotti contenenti alcool, incluso il vino, con avvertimenti riguardo i presunti rischi per la salute è una questione “di famiglia”, che l’Ue dovrebbe risolvere al suo interno e non in sede Wto”, ha detto invece lo spagnolo Luis Planas Puchades. “È chiaro - ha aggiunto - che dobbiamo preservare il mercato unico. Rispettiamo le competenze degli Stati membri in materia di salute, ma qui stiamo anche regolamentando un mercato, un prodotto agroalimentare che è incluso nell’allegato uno del Tfue (Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ndr) come alimento. Occorre un avvicinamento. Abbiamo chiesto alla Commissione di pronunciarsi. Sappiamo che ci sono iniziative da parte di alcuni Paesi di rivolgersi alla Organizzazione Mondiale del Commercio: io credo che sia un tema di famiglia europea, che dobbiamo risolvere in seno alla Ue”.
Una situazione, dunque, tutta in divenire e da monitorare con attenzione. Ma, intanto, oltre alla politica e alla filiera, continuano ad arrivare anche pareri contrari da parte della scienza all’iniziativa irlandese, ed in particolare a quello che non tutti, ma molti, leggono come un “attacco al vino”. E così, dopo quelli arrivati nei giorni scorsi, per citare solo gli ultimi, da parte della Società Italiana di Tossicologia, e quelli del dottor Franco Berrino, che, tra le altre cose, ha diretto per anni il Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, per citare gli ultimi in ordine di tempo, che abbiamo riportato qui, arrivano anche le parole della Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale, realtà nata nel 2015 a Milano, oggi presente con rappresentanze in sette regioni italiane, oltre che in Belgio, Austria, Spagna, UK e USA “nota a livello internazionale per l’impegno profuso nella ricerca scientifica sulla qualità dell’aria, dell’acqua, l’epidemiologia ed i costi delle patologie da esposizioni ambientali, il rischio Radon e amianto e la prevenzione primaria del cancro, specie in ambito pediatrico”.
“L’attacco al vino italiano a cui stiamo assistendo in questi giorni non ha nulla di scientifico, ed a confermarlo sono i numeri ufficiali degli Istituti di ricerca. Non si comprende perchè voler affrontare il problema della cancerogenicità per l’etanolo - spiega il presidente Sima, Alessandro Miani - e nascondere ipocritamente sotto il tappeto le polveri sottili che popolano la quotidianità delle nostre città, con l’Agenzia Europea per l’Ambiente (Eea) che, nell’ultimo Report sulla Qualità dell’Aria, ha citato espressamente la Pianura Padana come uno dei luoghi con l’aria più malsana d’Europa. E pensare che il particolato atmosferico (polveri sottili, PM10, PM2.5 e via di seguito) è responsabile, secondo l’Eea, di oltre 400.000 decessi prematuri ogni anno in Europa, con l’Italia che svetta in classifica con 80.000 decessi annui, oltre 4 volte il numero di decessi correlato al consumo di alcol che provoca, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa 17.000 morti l’anno in Italia tra cirrosi epatica, tumori, malattie cardiovascolari e incidenti stradali correlati al bere.
Questo non significa voler sottovalutare il problema dell’alcol - aggiunge Miani - che deve essere affrontato non tanto attaccando la produzione vinicola italiana quanto contrastando ad esempio il consumo di superalcolici sempre più diffusi soprattutto tra i giovanissimi. I dati Istat mostrano come i superalcolici siano in aumento e costituiscano la stragrande maggioranza dei prodotti alcolici consumati dai giovanissimi. Quello che serve, semmai, è una vera campagna contro il consumo di alcol da parte dei giovani, ricordando che la prima causa di morte dei nostri ragazzi tra i 14 ed i 24 anni non è il cancro, ma sono gli incidenti stradali alcol-correlati”.

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