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L’AMARONE DI QUALITA’ IN POLE POSITION IN LONDON … COSI’ DICONO LE “FAMIGLIE DELL’AMARONE D’ARTE” (ALLEGRINI, BRIGALDARA, MASI, MUSELLA, NICOLIS, SPERI, TEDESCHI, TENUTA SANT’ANTONIO, TOMMASI, ZENATO)

Il “grande” Amarone si conferma in pole position nella scelta dei palati anglofoni. A confermarlo la top press e il gotha della ristorazione e dell’hotellerie della city londinese, considerata la capitale della ristorazione mondiale.
La prima tappa del programma di promozione internazionale delle “Famiglie dell’Amarone d’Arte”, la nuova associazione delle 10 storiche aziende della Valpolicella (Allegrini, Brigaldara, Masi, Musella, Nicolis, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Zenato), ha quindi centrato un’importante obiettivo: dal raffinato Cipriani, meta preferita dei coniugi Beckham e di Kate Hudson, al blasonato San Lorenzo Restaurant, dove si possono incontrare Eric Clapton, Sting, Elton John e la Duchessa di York, il grande vino italiano si identifica sempre più con l’Amarone prodotto dalle famiglie storiche della Valpolicella, che da sole valgono il 55% dell’intero valore dell’Amarone di qualità. Ma a decretare la presa del “Big Ben” dell’Amarone le più importanti firme del giornalismo londinese: da Jane MacQuitty del “Times” a Jonathan Ray del “Telegraph”, da Victoria Moore del “The Guardian” fino a Steven Spurrier di “Decanter”, la più autorevole rivista britannica dedicata al vino.
Complice del successo, la volata in Oltremanica dei “rossi”, il cui consumo, nel 2009, ha raggiunto quota 25,2% (+ 4% sul 2008). Un dato, questo, supportato anche da recenti studi secondo i quali la Gran Bretagna diventerà nel 2012, primo Paese importatore di vini al mondo davanti a Germania, Stati Uniti, Russia e Olanda.
“Londra è la città che più di tutte detta le tendenze in materia di consumo di vino. Per questo - ha affermato Sandro Boscaini, presidente dell’associazione - il programma di promozione internazionale delle Famiglie dell’Amarone d’Arte non poteva che partire dalla City. Gli oltre 400 operatori presenti non solo hanno approvato la nuova iniziativa di tutela adottata dalle Famiglie storiche della Valpolicella, ma hanno auspicato che questa possa diventare un modello di sviluppo per tutto il mondo del vino italiano che, secondo gli inglesi, soffre di troppa parcellizzazione”.

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