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L’ARTISTA BRITANNICO LUCIAN FREUD FIRMA L’ETICHETTA DI CHÂTEAU MOUTON ROTHSCHILD MILLESIMO 2006, ARRICCHENDO L’“ART ET L’ETIQUETTE”, CON CUI L’AZIENDA DI PAUILLAC RACCONTA NON SOLO LA STORIA DI UN GRANDE VINO MA ANCHE L’ARTE CONTEMPORANEA

Italia
Ecco l’etichetta di Château Mouton Rothschild millesimo 2006

Lucian Freud, nipote di Sigmund Freud, è l’artista che ha firmato l’etichetta di Château Mouton Rothschild millesimo 2006, ovvero dell’annata che si appresta ad entrare in commercio nel 2009. Il pittore britannico, celebre per aver amplificato il duello tra artista e modello è uno dei più grandi pittori del nostro tempo e arricchisce “L’Art et l’Etiquette”, l’ormai storica “galleria” che racconta non solo la storia di uno dei più importanti vini al mondo, ma anche un frammento non piccolo della storia dell’arte contemporanea.
Ogni anno dal 1945, l’etichetta dello Château Mouton Rothschild è illustrata con l’opera di un pittore contemporaneo. Già nel 1924 il Barone Philippe de Rothschild (1902-1988) padre della Baronessa Philippine (attualmente alla guida di Château Mouton Rothschild), per salutare la prima “mise en bouteilles au château” aveva chiesto al famoso illustratore Jean Carlu di realizzare l’etichetta del Mouton. Questa iniziativa, forse troppo precoce, rimase però senza seguito. Nel 1945, questa volta per celebrare la pace riconquistata, il Barone Philippe de Rothschild decise nuovamente di decorare l’etichetta del millesimato con una”V”, l’iniziale della parola vittoria, disegnata da Philippe Jullian. Da questa circostanza eccezionale nacque una tradizione che, a partire da quell’anno, si ripete ad ogni vendemmia con un diverso artista invitato a creare un’opera unica per decorare questa etichetta. Nei primi anni il Barone scelse gli artisti tra i suoi amici personali, tra i quali: Jean Hugo, Léonor Fini, Jean Cocteau ed altri. Nel 1955, Georges Braque accettò di illustrare il millesimato. A lui si unirono in seguito i più grandi artisti della nostra epoca fra cui: Dali, César, Miró, Chagall, Piacasso, Warhol, Soulages, Bacon, Balthus, Tàpies. Così si è creata un’originale collezione che si arricchisce ogni anno di una nuova opera. Dopo la morte di suo padre, responsabile della scelta degli artisti è diventata dal 1981 la Baronessa Philippine, che ha coinvolto in questo progetto artisti come, tra gli altri, Haring e Baselitz, Bacon e Balthus.
Nel 2008 è stato scelto l’artista italiano Giuseppe Penone, che ha realizzato l’etichetta per il millesimo 2005. La libertà creativa degli artisti è pianamente rispettata, anche se molte delle opere si ispirano a temi comuni, come: la vigna, il piacere del bere, l’emblema dell’ariete che caratterizza la Maison ed altri. Chi dipinge l’etichetta non riceve un compenso in denaro, ma casse di Mouton Rothschild e ciò contribuisce a fargli considerare questo vino un po’ come il loro “personale” millesimato. Da una ventina d’anni, per volere della Baronessa, questa raccolta di etichette è diventata una vera e propria collezione d’arte dal nome “Mouton Rothschild, L’Art et l’Etiquette” che viene accolta in numerosi musei nel mondo.

La storia - Château Mouton Rothschild
Nel 1853, il barone Nathaniel de Rothschild comprò, nel Medoc, e precisamente nei pressi di Puillac, Brane-Mouton e lo ribattezzò Mouton Rothschild. Nel 1922, il pronipote barone Philippe si prese in carico il destino della proprietà, che attualmente conta su 84 ettari di vigneto. Il suo “regno” fu marcato da uno spirito imprenditoriale e innovatore: costruzione del “Grand Chai” (cantina, nel 1926); acquisizione del vicino Cru Classé, Château d’Amailhac (1933), acquisizione di un’azienda di commercializzazione di vini oggi Barone Philippe de Rothschild S.A. e la creazione di Mouton Cadet; apertura del Museo dell'Arte Vinicola (1962); acquisizione dello Château Clerc Milon, altro Cru Classé (1970); riconoscimento ufficiale di Mouton Rothschild come Premier Cru (1973), l’unica modifica avvenuta fino ad oggi alla celeberrima classificazione del 1855; creazione del primo vino di qualità francocaliforniano, Opus One, in partnership con Robert Mondavi (1979). Dalla morte di suo padre, la baronessa Philippine gli è succeduta come proprietaria dei tre grandi Châteaux di famiglia ed è diventata presidente del Baron Philippe de Rothschild S.A

Il profilo - Chi è Lucian Freud
Lucian Freud (Berlino, 8 dicembre 1922) è un pittore britannico di origini tedesche. Nipote di Sigmund Freud, è figlio dell’architetto Ernst Freud e padre della scultrice Jane MacAdam Freud. Nel 1933, poco dopo l’ascesa al potere in Germania di Adolf Hitler, si trasferisce nel Regno Unito con genitori e fratelli, ottenendo qualche anno più tardi la naturalizzazione britannica. Risale al 1937 la sua unica scultura, che gli vale l’ammissione alla Central School of Arts and Crafts di Londra prima, per iscriversi poi alla East Anglian School of Drawings and Paintings di Dedham nell’Essex diretta dal pittore Cedric Morris, che fu il suo primo mentore. I suoi studi vengono interrotti per un servizio su un convoglio di navi da guerra nell’Atlantico settentrionale.
Le prime prove pittoriche di Freud tendono all’espressività intensa, deformano volti e oggetti in direzione della “Nuova Oggettività”, ma forse anche tengono presente lo “Chagall surnaturel”. Dai primi passi del suo cammino d’artista, Freud palesa uno straordinario spirito di osservazione del reale e una forte adesione concettuale ad esso, che si farà con gli anni sempre più incisiva.
Tiene la sua prima personale nel 1944, ma già dieci anni dopo rappresenta la Gran Bretagna alla XXVII Biennale di Arti Visive di Venezia a fianco di Francis Bacon e Ben Nicholson. A partire dalla fine degli anni Cinquanta, Freud abbandona il disegno come attività principale e indipendente e il disegno anche intenso come struttura che governa il dipinto. Il suo nuovo stile muove da una diversa maniera di vedere, il suo sguardo si volge anche all’interno dell'essere umano. Nel 1951 al Festival of Britain è premiato con Arts Council Prize. Dal 1979 le mostre si moltiplicano e Freud espone in Giappone e negli Stati Uniti. Nel 1983 gli viene conferita l’onorificenza di “Companion of Honour”.
Le sue opere provocano un consistente senso di angoscia. Sembra che suscitare un simile stato d’animo sia negli intendimenti dell’autore, attraverso opere fredde, accademiche, senza apparentemente coinvolgimento da parte di chi le ha dipinte. Freud ha sempre prediletto della figura umana, il ritratto in particolare, con il tempo si infittiscono le immagini di nudi femminili e maschili. Seduti o sdraiati, supini, soprattutto, si atteggiano in una straordinaria libertà di pose. Quasi giacessero riverse o sul fianco, solo come riflesso di un moto visibile connesso con il loro esistere, riflesso della assolutamente dolorosa condizione umana. Le robuste pennellate di Freud si scontrano, come duellando; questo duello interiore all’immagine si trasferisce in un duello tra artista e modello. E da questo confronto è nato uno dei più grandi pittori del nostro tempo.

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