02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

L’ESPRESSO

Arriva il sound sommelier. Per degustare in tutti i sensi ... Una figura professionale nuova che, come al ristorante abbina vino e cibo, sappia in altre occasioni consigliare la musica più adatta ai diversi vini ... Abbinare un vino a una canzone o ad un brano è qualcosa che, prima o dopo, ogni enoappassionato ha provato almeno una volta.
Ma ora c’è chi della ricerca della musica perfetta in grado di amplificare al massimo l’esperienza gustativa del vino, coinvolgendo anche l’udito, ha fatto una sfida professionale.

E’ il caso di Paolo Scarpellini, giornalista ed esperto di musica e vino, che ha dato vita alla figura del “sound sommelier”.
“Il sound sommelier - ha spiegato al sito WineNews - è colui che, come fa il sommelier con in piatti, deve trovare la giusta sonorità, le giuste note che possano amplificare e rendere più piacevole l’esperienza di una degustazione, di un pranzo o di una cena. E’ un abbinamento cerebrale - dice Scarpellini - che punta a stimolare quei neuroni che sono preposti al riconoscimento della piacevolezza non solo dell’olfatto e del gusto, ma anche del senso dell’udito, visto che l’esperienza gustativa per eccellenza dovrebbe essere quella che coinvolge tutti i sensi. Anche l’udito, appunto, che abitualmente nella ristorazione e nella degustazione di vini non è mai stato preso in considerazione più di tanto”.

L’idea è anche che il meno esperto di vino e di musica, con un lavoro fatto su su misura, possa avere la possibilità di godere appieno dell’esperienza del vino, abbinando la musica che più si confà, ma non solo.
“Perché ci sono tante varianti da tenere in considerazione: l’età di chi degusta, la sua sensibilità ed il suo background musicale, la sua cultura media, la sua nazionalità, la location, e così via, tutti elementi che sarebbe interessante conoscere per riuscire ad arrivare ad un insieme armonico di sensazioni olfattive, gustative e auditive. Nella mia esperienza, ho scoperto che ci sono determinate note e generi musicali che possono rendere più piacevole l’esperienza gustativa , amplificando le sensazioni che possono arrivare all’olfatto prima, e al palato poi, con una serie di brani selezionati tra tutti i generi, ritmi ed epoche, dalla classica al jazz, dal soul al blues, all’elettronica e via dicendo”.

Difficile fare degli esempi, perchè ogni volta è una storia a se.
“Ma, parlando in generale, per un vino beverino, non molto strutturato, estivo, fresco, da bere senza troppo impegno su una tavola in riva al mare, magari, come un Vermentino, io vedrei bene una musica pop e ritmata, che possa favorire la degustazione disimpegnata in un momento altrettanto disimpegnato. Tutt’altro caso quello di un vino da meditazione, strutturato, invecchiato, di nobili lignaggio e vitigni magari degustato nella poltrona di casa o del ristorante, nel fumoir, con penombra, musica soffusa e molto soft, che potrebbe essere una classica, un brano di musica barocca veneziana, o una delle Quattro Stagioni di Vivaldi, per esempio”.

“Cosa diversa è, ancora - continua Scarpellini - pensare alla musica per una degustazione tecnica in un ambiente predisposto allo scopo, in un momento che ha una sua liturgia da rispettare, dove intervenire magari con musica jazz, strumentale o vocale, anche a seconda della capacita sonora dell’ambiente, per esempio con un qualcosa di molto delicato tipo Billie Holiday. Altra via da seguire può essere quella diparlare di terroir anche dal punto di vista auditivo, e abbinare una musica che abbia la stessa origine del vino, per far calare ancora di più il degustatore nel territorio”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su