Per Gianni Zonin il 2007 è un anno da incorniciare:; si compiono nel 2007 le sue “Nozze d’Oro” con il mondo del vino e si celebrano i venti anni della Tenuta il Bosco esattamente nello stesso anno in cui verrà inaugurata a fine maggio in Toscana “il gioiello della Maremma”, la Tenuta Rocca di Montemassi.
“E’ davvero emozionante - confessa Gianni Zonin - poter concentrare così tanti avvenimenti che segnano la nostra continuità, l’evoluzione della nostra attività e testimoniano il nostro costante impegno alla ricerca della massima qualità attraverso la valorizzazione dei vitigni autoctoni e dei grandi territori da vino italiani”.
Si può dire che l’annus splendor della famiglia Zonin è iniziato con l’estate 2006 con la celebrazione del trentennale di Barborsville, la tenuta che la famiglia possiede in Virginia negli Usa e che ha portato a compimento il progetto di Thomas Jefferson, il “mitico” Presidente degli Usa che aveva immaginato di produrre proprio in quella terra grandi vini. Impresa riuscita a Gianni Zonin. Con lo stesso impegno e con la stessa lungimiranza Gianni Zonin sbarcò quattro lustri fa in Oltrepò pavese. Lo ha ricordato il 19 marzo quando nella cantina di Zenevredo, un gioiello di tecnica enologica e di perfezione architettonica, è stato celebrato il ventennale della “Tenuta Il Bosco”. Alla presenza delle massime autorità del territorio e del personale della tenuta di Gianni Zonin, prima di scoprire una targa che celebra questa ricorrenza, ha tenuto un breve discorso in cui ha ripercorso motivi ed emozioni del suo arrivo in Oltrepò.
“Erano gli anni in cui - ha ricordato il presidente Zonin - i giornalisti e gli opinion maker continuavano a ripetere che dopo il caso del metanolo, il consumatore avrebbe bevuto soltanto vini spumanti. Ed in effetti lo Champagne stava prepotentemente penetrando sul mercato italiano. Decisi allora di puntare sull’Oltrepò Pavese convinto che dal Pinot Nero si potevano ottenere i migliori spumanti italiani. Arrivai a Zenevredo e mi innamorai subito dei primi 35 ettari di vigna disposti quasi ad anfiteatro su queste splendide colline. Sapevo che in Oltrepò si poteva fare qualità ed ero determinato a creare uno spumante di stile italiano, di classe superiore, ma che potesse essere proposto al consumatore - come è sempre stato negli intendimenti della Zonin - ad un prezzo equilibrato.
E così è stato: oggi il Millesimato Il Bosco, Metodo Classico e il Phileo, spumante doc da uve pinot nero in purezza, ci danno grandi soddisfazioni di mercato”. Ma il cavalier Zonin ha voluto sfogliare fino in fondo l’album dei ricordi: “E’ stata un’opera paziente quella che ci ha portato ad ingrandire continuamente la superficie vitata (oggi oltrepassa i 150 ettari) della Tenuta Il Bosco. Mi ricordo ancora il pranzo con due anziani proprietari di un piccolo, ma strategico appezzamento di vigneto al quale avevo fatto un’offerta. Bene: l’accettarono, e quindi decisero di vendermi la loro proprietà, solo dopo che io avevo accettato fino in fondo la loro ospitalità. Questo mi confermò quanto già sentivo e sapevo: l’Oltrepò, anche per la sua gente, è una terra straordinaria. E tra quelle vigne feci una scoperta che si è rivelata un successo: la Bonarda. Abbiamo messo tutto il nostro impegno per farla diventare un vino che si potesse proporre al pubblico nazionale. Fino al nostro arrivo la Bonarda era confinata ad un consumo locale, oggi è uno dei nostri vini che ci dà maggiori soddisfazioni. Ecco - ha concluso il cavalier Zonin - il successo della Tenuta Il Bosco è racchiuso nella scommessa vinta sulla Bonarda che conferma peraltro la nostra totale opzione per la valorizzazione dei vitigni autoctoni e dei grandi territori da vino tra i quali va sicuramente ascritto l’Oltrepò Pavese”.
Gianni Zonin e gli ospiti hanno potuto constatare la versatilità e l’eleganza dei vini della Tenuta Il Bosco che sono stati proposti in abbinamento con i piatti preparati per la cena di gala dal ristorante Vittorio di Bergamo che ha servito: Il Bosco Millesimato metodo classico con zuppetta di fagioli con astice, Bonarda il Bosco 2005 con risotto con scarola e crema di taleggio, Pinot Nero del vigneto Poggio Pelato con filetto di vitello al lardo pancettato e Fragolino bianco con Chantilly di Cristallo, torta del ventennale.
Per testimoniare la centralità di questa cantina e dell’Oltrepò nelle strategie della maggior realtà vitivinicola privata italiana, verrà presentato in anteprima al Vinitaly (Verona, 29 marzo 2 aprile), il Phileo Rosè: è uno charmat lungo da uve pinot nero che si iscrive perfettamente nei nuovi gusti del consumo evoluto di vino. Uno spumante cremoso, di media struttura, di elevata acidità e dunque fresco, ma importante e capace di essere un vino da tutto pasto e uno splendido aperitivo. “Il Phileo Rosè - ha commentato Gianni Zonin, chiudendo la celebrazione del ventennale della Tenuta Il Bosco - è la dimostrazione di quanto l’Oltrepò possa ancora dare in termini di qualità ed anche la conferma che la mia famiglia vuole ancora di più impegnarsi in questo territorio per confermare e incrementare i successi che la Tenuta Il Bosco ha costruito e conseguito in questi primi venti anni”.
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