Alla vigilia di Vinitaly 2002, abbiamo incontrato Franco Giacosa, uno degli enologi più famosi d'Italia e winemaker delle tenute della famiglia Zonin.
Qual é il fil rouge della partecipazione della Gianni Zonin Vineyards alla rassegna veronese, la più grande d’Europa ?
La filosofia produttiva ha subito una radicale evoluzione. Le bottiglie che portiamo al Vinitaly ne sono la migliore e più concreta testimonianza.
Dottor Giacosa, in cosa consiste questo mutamento ?
Dietro al concetto ispiratore con cui questi vini sono stati concepiti e realizzati, c’é l’attenzione per la conoscenza e il rispetto del territorio. Un valore, quello della considerazione dell’ambiente, che non è certo dettato dalla moda dei tempi, ma dalla reale e profonda convinzione che bisogna ritornare a dare importanza al ciclo naturale della vite e della terra.
Come si traduce concretamente ?
Significa studiare e approfondire al massimo le conoscenze del vigneto e della pianta per ottenere i migliori risultati dal terroir, in un rapporto che privilegia il dare piuttosto che lo sfruttare. La vigna e la terra sono il nostro patrimonio. Non basta l’impegno per conservarlo e valorizzarlo, dobbiamo anche fare il massimo per migliorarlo.
Quale é stato il vostro lavoro in questo senso ?
Una grande attenzione per la ricerca della qualità. A partire dalla gestione del vigneto, dalla scelta delle uve fino alle tecniche enologiche. In pratica abbiamo privilegiato la tipicità dei terroir impiantando vitigni autoctoni, come il Refosco dal peduncolo rosso in Friuli Venezia Giulia, la Barbera in Piemonte, il Sangiovese in Toscana, la Croatina in Oltrepò o il Nero d’Avola in Sicilia. Le rese più basse, la gestione quasi “maniacale” del verde in vigna sono stati i nostri punti di partenza, che hanno comportato un ritorno anche al lavoro manuale in campagna per ottenere uve sane e ben mature, ancora una volta nel rispetto dei tempi della natura e dell’ambiente.
In quale modo, dottor Giacosa ?
Il controllo sulle rese - con diradamenti costosi e coraggiosi, ma indispensabili per ottenere alti livelli qualitativi, e un’attenta gestione della chioma - ha l’obiettivo di garantire ai grappoli la luce e la ventilazione, per arrivare alla giusta e sana maturazione delle uve, con un numero minore di trattamenti antiparassitari. L’abbassamento delle rese, inoltre, ci consente di avere naturalmente forti concentrazioni delle sostanze aromatiche e dei polifenoli negli acini, che ci garantiscono migliori risultati in cantina. La nostra equazione é: minore quantità=maggiore qualità, naturalmente.
E per quanto riguarda le tecniche enologiche ? Come giudica i vini delle tenute Zonin, che si potranno degustare al Vinitaly ?
Abbiamo applicato un’enologia non correttiva, che rispetta la materia prima e la asseconda in tutto il ciclo: dalla vinificazione all’affinamento in bottiglia. Il risultato che ci siamo prefissi, basandoci sul lavoro in vigna, è di ottenere dei vini equilibrati, consistenti ed armonici. Per dimostrarlo, l’occasione é Vinitaly. Per questo rinnovo l'appuntamento negli stands delle tenute e della famiglia Zonin.
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