Il wine & food è la vera punta di diamante dell’offerta turistica italiana, al pari dell’arte e della cultura. A testimoniarlo, anche chi nell’arte ci vive da sempre, come il celebre critico Philippe Daverio che, a WineNews, racconta di un’Italia rappresentata, oggi, meglio dalla propria cucina che dalle bellezze artistiche, “perché ormai non siamo più il Paese più bello del mondo, né il più visitato. Negli ultimi 50 anni l’Italia ha dovuto fare i conti con una pessima gestione del proprio patrimonio artistico e culturale, ma per fortuna è riuscita a diventare leader nell’enogastronomia”. Grazie alla capacità di creare un racconto intorno ai nostri prodotti, creatività che certo non ci manca, ma che adesso va messa a frutto per lo step successivo, spiega Daverio: “la creazione di percorsi, all’interno delle città, in cui il concetto di museo diffuso, che passi cioè da un palazzo all’altro, evitando di stare ore ed ore dentro ad un solo museo, vada a braccetto con la cultura enogastronomica, con i bar, con i ristoranti: nessun coffee shop, di nessun museo americano, sarà mai paragonabile a qualsiasi bar italiano, è la nostra specialità - conclude Daverio - e come tale va difesa”. E a ribadire il concetto, a “L’Arte della ristorazione come protagonista dell’offerta turistica italiana”, nel “World Tourism Day, di scena a Milano, ci ha pensato anche il Ministro del Turismo, Michela Brambilla, che ha ribadito “la centralità dell’enogastronomia nell’offerta turistica italiana, comparto spesso sottovalutato, ma che per moltissimi stranieri è il motivo principale per visitare il nostro Paese, e il primo motivo per tornarci”. Disamina che trova d’accordo anche la Fipe - Confcommercio, con la quale il Ministero del Turismo ha firmato, proprio al Pirellone, un protocollo di intesa per definire regole di comportamento e mettere in risalto ancora di più le specificità territoriali, il senso di ospitalità e soprattutto la professionalità con cui offrire un servizio di qualità in maniera trasparente e corretta. È pur vero, però, che i dati sull’enoturismo sono molto meno univoci della crescita sbandierata dal Ministro (+6,6% nei primi 6 mesi del 2011): da una parte c’è la grande fiducia di Coldiretti, che evidenzia come i 5 miliardi che vale il comparto, in fondo si valutino da soli, dall’altra c’è la preoccupazione di Agriturist (Confagricoltura), che ritiene eccessiva la fiducia del Ministro, specie alla luce dell’estate appena finita, con una flessione di pernottamenti stimata tra il 3 ed il 5%, ed i bilanci tenuti su soprattutto dalla ristorazione. Ma almeno l’importanza del wine & food, per il turismo italiano, è condivisa da tutti. E non è poco.
Focus - Il codice etico per la ristorazione italiana
“L’enogastronomia è un linguaggio universale con cui il nostro Paese parla al mondo intero, è ambasciatrice di italianità fin nei più remoti angoli del pianeta e ci rappresenta in modo forse più sottile ma non meno efficace delle nostre arti maggiori”. Parola del Ministro del Turismo Michela Brambilla che oggi a Milano ha firmato un protocollo d’intesa con Fipe - Confcommercio per dare un “nuovo codice etico i ristoranti italiani. La cucina italiana è un dono che abbiamo ricevuto dalla storia e che abbiamo il dovere di tutelare e promuovere in tutti i modi possibili. Questa attività di tutela e promozione coinvolge molte competenze diverse, richiede un elevato livello di consapevolezza e presuppone una nuova, grande alleanza tra i campi, la cucina e la cultura nel senso più ampio”. Insomma, serve un nuovo ruolo per la nostra enogastronomia ed una nuova responsabilità per i nostri ristoratori “Ristorazione è turismo” spiega il Ministro.
“Innalzare la qualità dei servizi di ristorazione significa dunque innalzare la qualità della nostra offerta turistica. Per questa ragione oggi individuiamo regole di comportamento per la ristorazione, ai fini della valorizzazione turistica, nel solco dei nostri impegni per la diffusione del Codice mondiale di etica del Turismo e più in generale per la promozione del turismo responsabile. Si tratta di semplici regole che gli operatori potranno adottare segnalando l’avvenuta adesione con un marchio in vetrina: dalla valorizzazione del “prodotto Italia” agli occhi dei turisti stranieri, all’informazione chiara ed obiettiva sui prezzi, alla disponibilità di menu almeno bilingui (italiano-inglese), alle informazioni sugli ingredienti, sulla preparazione, sulle tradizioni gastronomiche, fino ad iniziative che consentano ai clienti di esprimere la propria soddisfazione o le proprie critiche. Inoltre, studieremo forme di classificazione dei ristoranti che prevedano anche l’individuazione di marchi collettivi per valorizzare la qualità, l’accoglienza, la tipicità e l’attenzione salutistica nei confronti del consumatore/turista”. Un progetto che segue di poco i dati sui primi 6 mesi 2011 e sull’estate appena conclusa.
“Nonostante la crisi internazionale, il turismo si conferma la nostra industria più strategica, che continua a generare crescita, sviluppo e occupazione. I numeri indicano infatti un netto incremento dei flussi di turisti stranieri da gennaio a giugno, con un +6,6% di arrivi ed un +7,3% della spesa, mentre gli ultimi dati sulla vendita delle camere nelle strutture ricettive italiane, rilevati dall’Osservatorio nazionale del turismo, evidenziano, sull’estate 2010, una crescita del 2,9% a giugno, del +3,7% a luglio e del +5,4% ad agosto. Cresce inoltre la spesa degli italiani per le vacanze estive (da 23,5 a 27,9 miliardi di euro) e si affermano i nuovi prodotti turistici individuati dalla nostra riforma, in coerenza con l’evoluzione del mercato verso il turismo motivazionale”. Per l’Osservatorio nazionale del turismo, nel 2010, il 5% delle vacanze in Italia è stato generato da interessi legati all’enogastronomia. Una domanda turistica composta principalmente da un flusso turistico internazionale, considerando che gli italiani rappresentano il 35,7% del totale della clientela, e indirizzata in buona parte verso tre Regioni: la Toscana (15,9%), l’Emilia Romagna (10,6%) e la Puglia (8%). Oltre la metà dei flussi, il 52,5%, ha provenienza europea. I più importanti mercati d’origine sono stati la Francia, con il 10,5% di presenze sul nostro territorio, gli Stati Uniti (7,3%), il Regno Unito (7%) e l’Olanda (6,8%). Per quanto riguarda il mercato nazionale, possiamo parlare di un vero boom: da gennaio ad agosto 2011, il numero di vacanze effettuate per motivazioni enogastronomiche è cresciuto addirittura del 66,2%.
Focus - I premi speciali del Ministro Brambilla per i grandi chef italiani
Il Ministro Brambilla ha consegnato 10 riconoscimenti speciali ai grandi protagonisti della ristorazione italiana: uno al “maestro degli chef” Gualtiero Marchesi, e 9 ad altrettante imprese della ristorazione che si sono distinte per aver promosso con la loro attività l’immagine del nostro Paese, che sono:
Don Alfonso di Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli)
Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio (Mantova)
Enoteca Pinchiorri di Firenze
Le Calandre di Sarmeola di Rubano (Padova)
Cracco di Milano
La Francescana di Moden
Il Canto della Certosa di Maggiano (Siena)
Albergo del Sole di Maleo (Lodi), alla memoria di Franco Colombani.
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