Il valore del mercato del bio italiano ha raggiunto 9,1 miliardi di euro nel 2023 (+8,7% sul 2022, +135% in dieci anni). Salgono anche i consumi domestici, arrivati a 4,2 miliardi segnando una crescita del +6,7% sul 2022, come anche i consumi fuori casa pari a 1,3 miliardi di euro (+18,1% sul 2022), e l’export a 3,6 miliardi di euro (+8% sul 2022). A dirlo è il Rapporto Bio Bank 2024 (liberamente consultabile su Issuu), a seguito di elaborazioni Bio Bank dei dati Nomisma per l’Osservatorio Sana.
Il Rapporto Bio Bank evidenzia i dati relativi alle 3.270 attività bio censite nel 2023 suddivise nelle categorie negozi, e-commerce alimentari, ristoranti, aziende di cosmesi, profumerie ed e-commerce di cosmesi. Per la prima volta, il numero totale di attività bio monitorate ha registrato una flessione del -5,6% sul 2022, in linea con la diminuzione degli ultimi cinque anni (-5,9% sul 2019). Il calo del numero di attività bio nel settore retail e della ristorazione - spiega il Rapporto - nonostante una crescita del +9,1% del mercato interno, è attribuibile alla diffusione dei prodotti bio attraverso canali non specializzati, evidenziando una tendenza verso la multicanalità. Il turnover negativo delle aziende di cosmesi, riflette le difficoltà di un settore con grandi potenzialità, ma ostacolato dalla mancanza di una normativa europea, dall’eccesso di disciplinari privati e dal proliferare del greenwashing.
A trainare le vendite è sempre di più la Grande Distribuzione Organizzata (Gdo), che, in 10 anni, sulle vendite bio, registra una quota passata dal 40 al 58%, mentre quella dei negozi bio è scesa dal 36 al 23%. Secondo il censimento Bio Bank, nel 2023, i negozi sono infatti scesi a 1.022 (-23,7% sul 2019).
“Mai come ora, il biologico è fondamentale, poiché rappresenta la direzione da seguire per tutto il comparto agroalimentare, ed è al centro dell’economia circolare, cruciale per la transizione ecologica, essenziale per mitigare i cambiamenti climatici, in prima linea nella difesa della biodiversità, fondamentale per rigenerare la fertilità del suolo e vitale per la salute del pianeta e dell’umanità”, conclude il Rapporto.
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