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LA COLDIRETTI HA PRESENTATO “IL CORPO DEL REATO” … OVVERO I TANTI ESEMPI DI PIRATERIA DEL VINO ITALIANO NEL MONDO

Il Caberlot, il Frascati doc imbottigliato in Danimarca, l’Amaretto di Venezia “made in Romania”, ma anche la Grappa del Sudafrica, il Marsala argentino, il Chianti statunitense: sono solo alcuni esempi ma la lista dei vini contraffatti è davvero molto lunga, sul mercato americano sarebbe falsa addirittura una bottiglia su due. Pochi si salvano insomma dalla longa mano dei pirati e lo stesso discorso vale anche per buona parte delle nostre produzioni agroalimentari.

L’allarme per il vino lo ha lanciato oggi la Coldiretti che ha disegnato un quadro davvero poco rassicurante. In pericolo soprattutto le esportazioni italiane, vere vittime del fenomeno della vinopirateria. I dati in fondo parlano chiaro: nonostante la domanda di vino sia cresciuta in valore del 23%, le esportazioni nazionali si sono ridotte in valore dell’1,6%. A beneficiarne, in particolare, è stata soprattutto l’Australia (+37% in valore), secondo Paese esportatore negli Usa dopo l’Italia. E questo mentre crescono le imitazioni dei vini italiani importate o realizzate direttamente sul territorio statunitense. Urge dunque un rimedio. Uno stop alla eno-contraffazione consentirebbe infatti di portare ad oltre 1 miliardo di euro, raddoppiandolo, il valore delle esportazioni nazionali sul mercato statunitense (oggi un quarto del valore del nostro export vinicolo).

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