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LA CONSEGNA IL 19 OTTOBRE

La cucina come veicolo di pace, solidarietà e tolleranza: il Premio Artusi 2024 a Filippo La Mantia

Lo chef palermitano ingiustamente detenuto nel 1986. Il riconoscimento all’impegno nelle carceri italiane sulla valorizzazione di cibo e convivialità
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A Filippo La Mantia il Premio Artusi 2024

Lo chef palermitano Filippo La Mantia riceverà il Premio Artusi 2024 per il suo grande impegno volto a mettere al centro la cucina come veicolo di pace, solidarietà e tolleranza, con particolare riferimento al mondo delle carceri italiane. La cerimonia è di scena sabato 19 ottobre a Forlimpopoli in Casa Artusi e sarà anche occasione di approfondimento sul tema dei penitenziari in Italia.
“Il Premio pone ogni anno una straordinaria riflessione sui valori correlati al cibo che condividiamo con grande interesse - ha commentato la sindaca di Forlimpopoli, Milena Garavini - e siamo ben felici di accogliere quest’anno Filippo La Mantia ed ascoltare la sua singolare storia”. Lo chef, classe 1960, nasce in realtà come fotoreporter di mafia nella Palermo degli Anni Ottanta del Novecento e sono suoi gli scatti dell’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa finiti su tutti i giornali. Nel 1986 l’episodio che gli cambia la vita: la mafia uccide il Commissario di Polizia Ninni Cassarà sparando da un appartamento di cui La Mantia risultava essere l’ultimo inquilino registrato. Nonostante egli non vivesse più in quella casa da mesi, finisce in carcere: un clamoroso equivoco ed errore che lo tiene detenuto per 7 mesi. È in quel periodo che, coltivando e riprendendo una passione che aveva fin da adolescente, comincia a cucinare per i compagni di cella. Poi, una volta fuori, questa diventerà la sua professione.
È proprio il progetto “L’altra cucina, per un pranzo d’amore”, organizzato assieme a Prison Fellowship e per il suo impegno a portare nelle carceri la valorizzazione della cucina, della sua biodiversità e della convivialità nel rispetto dell’essere umano privato della libertà che vuole essere al centro del riconoscimento della Città Artusiana. Negli anni La Mantia ha dimostrato grande sensibilità sociale cucinando negli ospedali, per i più poveri nella pandemia da Covid-19, ma anche per iniziative contro lo spreco alimentare considerando la cucina come veicolo di pace e tolleranza.
“Grande cucina e grande cuore, come spesso accade, vanno di pari passo perché cucinare è un atto d’amore e di cura verso gli altri - ha sottolineato il vicesindaco di Forlimpopoli e assessore alla Cultura, Enrico Monti - è un onore consegnare il Premio Artusi a Filippo La Mantia, oste e cuoco: il pensiero originale di Artusi trova oggi la sua massima espressione con l’opera di La Mantia, ovvero legare il concetto di solidarietà al cibo è un messaggio positivo e potente che fa da insegnamento per la nostra società”.
Alla cerimonia saranno presenti, oltre alla sindaca Garavini, anche Laila Tentoni, presidente Casa Artusi, Sandro Gallo, referente dell’Associazione Prisonfelloship dell’Emilia-Romagna, Lia Benvenuti, direttrice dell’Agenzia Formativa di Forlì-Cesena Technè, Roberto Morgantini, fondatore delle cucine popolari di Bologna. A coordinare l’evento sarà Andrea Segrè del Comitato Scientifico Casa Artusi e docente dell’Università di Bologna, mentre sarà l’Assessore al Turismo della Regione Emilia Romagna, Andrea Corsini a consegnare il Premio al celebre chef. Un riconoscimento che, negli anni, è stato assegnato, tra gli altri, anche ad altre personalità di spicco come il regista Pupi Avati, il fondatore e presidente di Slow Food Carlo Petrini, il creatore di Eataly Oscar Farinetti, il sacerdote simbolo della lotta alle mafie Don Luigi Ciotti e l’economista e filosofo francese Serge Latouche.

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