Il Brunello piange Ezio Rivella, il grande enologo e manager che lanciò il vino nel mondo … Addio a Rivella, signore del Brunello. L’enologo e manager tra i padri del lancio mondiale di Montalcino… Dall’epopea di Banfi agli incarichi a tutti i livelli tra associazioni e istituzioni: si è spento a Roma il professionista straordinario che contribuì a cambiare la produzione vinicola e il volto della Valdorcia. Ezio Rivella è stato un pioniere del vino italiano e un ambasciatore del made in Italy. Si è spento nella notte tra il 16 e il 17 gennaio a Roma. Aveva 90 anni. Il Cavaliere del Lavoro Rivella, per chi segue il vino, è stato il primo “enologo- manager” italiano, profilo oggi consueto ma tutt’altro oltre cinquanta anni fa. Nato nel 1933 in Piemonte, in provincia di Asti, la sua figura professionale si è affermata a Montalcino con il Brunello, grazie al lungo lavoro alle Cantine Banfi negli anni ’70e poi anche come presidente del Consorzio di tutela, dal 2010 al 2012 (era la delicata fase post Brunellopoli e di quando anche Montalcino si interrogava sul cambio di disciplinare del Brunello). La sua visione trasversale ha cambiato il mondo del vino italiano, contribuendo a imboccare la strada della modernità: enologo, imprenditore dalle idee innovative, padre dell’enologia come la intendiamo oggi, grazie a intuizioni che ne hanno fatto- nel vero senso della parola - un autentico pioniere. Nel suo percorso professionale è stato a lungo presidente di Assoenologi (dal 1975 al 1986) e primo italiano alla guida dell’Associazione mondiale degli enologi, fondatore del Centro studi enologici e, tra gli anni‘90 e i primi anni Duemila, presidente del Comitato nazionale vini Doc del ministero dell’Agricoltura, vicepresidente dell’Office international de la vigne e du vin di Parigi e alla guida dell’Unione italiana vini dal 2001al 2004. Quella in Banfi di Rivella, a partire dalla fine degli anni ’70, “è Stata un’epopea” come ha ricordato winenews.it. Sì perché quando la famiglia italo-americana Mariani, importatrice di vini italiani negli Usa (specie Lambrusco e Frascati, allora), decise di alzare l’asticella e puntare su di un vino italiano di più alto livello, scelse proprio Banfi per uno degli investimenti più grandi di tutti i tempi della storia del vino mondiale. I Mariani affidarono proprio a Rivella la conduzione che ha portato, da un lato, alla creazione dal niente di una delle aziende leader del vino italiano, e dall’altro all’affermazione internazionale di un brand come il Brunello di Montalcino, allora non conosciuto come oggi sulle tavole di tutto il mondo. E dopo il quale, nulla è stato più come prima anzi, come amava definirlo lo stesso Rivella come ha ricordato sempre winenews.it, “è nato il “nuovo” mondo del vino”. Sì, perché quando il vino italiano cercava ancora una sua identità ed una posizione sul mercato, Rivella con Banfi riuscì a spalancare le porte di un mercato, quello americano, tutt’oggi fondamentale per l’export del nostro vino e per il Brunello in particolare. “Mi diceva che la vita era come un palcoscenico – nelle parole
di Elizabeth Koenig, vice presidente Banfi e all’epoca sua segretaria, raccolte da winenews – che bisognava salirci e fare una rappresentazione al meglio delle proprie abilità”. Lui ci è sicuramente riuscito. Grazie.
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