Se il vino è una delle metafore più lucide dell’Italia, lo è nel bene e nel male. Lo è nel bene, come dice il successo sui mercati, quando punta sulla qualità. Lo è nel male, quando si perde in beghe politiche, senza costrutto. Come quelle che, da rumors WineNews, tengono sospesa la nomina del Comitato Vini, organo fondamentale per sbloccare le richieste di modifiche ai disciplinari di produzione (ne pendono almeno 50), che sarebbe bloccata da un gioco di “veti” incrociati sulla presidenza. Come se lo stallo politico a livello nazionale non fosse sufficiente a complicare la vita delle cantine del Belpaese.
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