Per ben due volte in passato un titolo mondiale è stato negato all’Italia ad opera della Corea: la prima volta fu in Inghilterra nel 1966, quando gli azzurri furono mandati a casa dal beffardo goal di Pakdooik, la seconda nel 2002, quando l’impietosa rete di Ahnche, quasi al termine dei supplementari, infranse i sogni dei ragazzi di Trapattoni. Sconfitte brucianti per il nostro Paese, che dopo essere stato sconfitto sui campi di calcio si prende una rivincita trionfando in campo enologico. E’ infatti un rosso made in Italy, l’Acciaolo di Gianni Zonin, il vincitore del Korea Wine Challenge 2005 di Seoul, dove l’etichetta tricolore è stata proclamata miglior rosso fra tutti i partecipanti: francesi, californiani, australiani, neozelandesi, cileni, sudafricani. L’Acciaolo, blend autoctono-internazionale di Sangiovese e Cabernet sauvignon è prodotto da Castello d’Albola a Radda in Chianti. La fattoria, situata nel cuore del Chianti Classico, è appartenuta a personaggi che hanno fatto la storia della Toscana: gli Acciaioli, i Samminiati, i Pazzi, i principi Ginori Conti, dai quali è pervenuta alla famiglia Zonin negli anni ‘70. Ma poiché le onte da lavare erano due, Castello d’Albola a Seoul non s’è accontentato del Trofeo vinto dall’Acciaiolo e ha stravinto conquistando anche una medaglia d’argento con il Chianti Classico Riserva 1999. I due riconoscimenti, pubblicati con grande rilievo nel numero di maggio della rivista coreana Wine Review, sono la testimonianza che la produzione italiana ha ottenuto al Wine Challenge una straordinaria apertura di credito proprio nel momento in cui il mercato coreano manifesta, con una rapida e crescente vitalità, la sua ambizione di importare vini d’altissimo profilo ed in particolare i grandi vini italiani.
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