La satira è efficace se si fa su qualcosa di serio. Trova terreno fertile in ciò che ai più appare ammantato da un velo di sacralità. E questo, ultimamente, si sposa perfettamente con il mondo del vino. Tra i maggiori interpreti di una dissacrazione che, dunque, eleva il mondo di Bacco ad argomento “serissimo”, Michele Serra, penna tagliente di “Repubblica” e “L’Espresso”, scrittore ed autore televisivo. “Di serio nel mondo del vino c’è tutto: dalla storia al lavoro delle persone, dal susseguirsi delle generazioni e quindi della tradizione, fino alla stratificazione dei saperi. Ma ancora più importante è il famoso concetto di “territorio”: chiunque ami il cibo ed il vino si rende perfettamente conto di come sia inconcepibile il concetto di “enogastronomia” slegato dal luogo da cui proviene”. Ma cosa ha spinto Michele Serra ad avvicinarsi ad un mondo che solo 20 anni fa era appannaggio di pochissimi? “È un mondo affascinante: con i libri di Piero Camporesi ho scoperto un mondo estremamente serio, specie nel linguaggio dell’enologia. Sufficientemente serio da meritarsi gli onori delle mie previsioni enologiche su “L’Espresso” o lo straordinario sommelier di Antonio Albanese”. Forse meno serio della politica, cui la vita professionale di Michele Serra è legata a doppio filo, ma sicuramente abbastanza serio da poterci ridere su!
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