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VINO E TERRITORIO

La Sicilia, secondo vigneto d’Italia (e n. 1 per il bio) cresce, spinta dai suoi vini bianchi

I numeri di Unicredit-Nomisma Wine Monitor nel lancio di “Sicilia en Primeur” 2024, dal 9 all’11 maggio a Cefalù, con la regia di Assovini Sicilia

Valorizzata, negli anni, da un progetto corale come la Doc Sicilia, e da singolarità che hanno iniziato a brillare di luce propria, come l’Etna o la Val di Noto, la Sicilia del vino è diventata una delle Regioni più in vista del Belpaese enoico, grazie agli investimenti in ricerca, qualità e accoglienza di alto livello fatti da tante cantine illuminate e capaci, più che in altri territori d’Italia, di lavorare insieme, con progetti “visionari” come quello di Assovini Sicilia, fondata 25 anni fa dai tre “padri nobili” del vino siciliano: Diego Planeta, Giacomo Rallo (Donnafugata) e Lucio Tasca (Tasca d’Almerita). Un quarto di secolo che cade nei 20 anni di “Sicilia en Primeur”, evento principe del continente enoico siciliano, di scena a Cefalù dal 9 all’11 maggio. “Cultivating the futuro” è il tema dell’edizione 2024 scelto da Assovini, guidata da Mariangela Cambria (Cottanera), e presentato, oggi a Palermo, insieme ad uno studio Unicredit-Nomisma Wine Monitor. Da cui emerge che la Sicilia è il secondo “vigneto” d’Italia per estensione, con 95.760 ettari coltivati, ed è la prima regione per superficie vitata bio. Con un settore che, pur in un 2023 complicatissimo tra guerra, inflazione, e con l’onda lunga del cambiamento dei consumi e degli effetti del climate change, ha tenuto. I vini bianchi e le colture biologiche trainano la Sicilia, spiega lo studio, che resiste alla contrazione dei raccolti di uve dell’ultima vendemmia dovuta agli eventi climatici estremi e all’attacco della peronospora. Sul fronte delle esportazioni nel 2023, flettono quelle di vini rossi Dop (74 milioni di euro per 19,7 milioni di litri, -4%), mentre cresce l’export di vini fermi bianchi Dop (41 milioni di euro per 10,2 milioni di litri, + 7%). L’export di vini bianchi Dop siciliani cresce negli Stati Uniti (+29%), seguito dal Canada (+13,9%) e dalla Germania (+6,8%). Per i rossi Dop siciliani la maggiore crescita dell’export si ha in Francia (+7,5%), seguita dal Regno Unito (+6,8%). Con una crescita importante del valore medio: in 5 anni, infatti, dal 2018 al 2023, i bianchi di Sicilia sono cresciuti del 29,6%, da 3,14 a 4,07 euro al litro, ed i rossi del +37,4%, da 2,7 a 3,7 euro al litro.
È comunque da precisare che i dati export dell’Istat tengono conto del luogo di spedizione all’estero, per cui sfuggono i quantitativi di vino siciliano che non partono direttamente dalla Sicilia per l’estero, ma da porti ubicati in altre regioni alle quali questi volumi di prodotto vengono computati come export vinicolo. Per cui si stima che in realtà il commercio estero di vini e mosti siciliani sia superiore rispetto ai dati ufficiali Istat. I dati positivi arrivano anche dalla grande distribuzione organizzata dove le vendite di vini Dop regionali sono cresciute del 5,3% a valore (contro una media nazionale del +3,4%) e del +0,3% a volume (contro un calo del -1,9%).
L’edizione 2024 dell’Osservatorio si è arricchita dei risultati di una survey che ha coinvolto 1.000 consumatori italiani di vino, rappresentativi della popolazione italiana per genere, età e residenza territoriale. Gli obiettivi dell’indagine sono stati, tra gli altri, quelli di valutare la notorietà dei principali vini a denominazione nel consumatore, identificare le regioni maggiormente apprezzate nella produzione di vini per tipologia e mostrare i comportamenti di consumo a livello territoriale (frequenza, canali di acquisto, ecc), e la percezione del brand Sicilia. Le etichette siciliane si sono piazzate al quinto posto dietro i vini di Piemonte, Toscana, Veneto, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Tra i vini rossi l’isola scende al sesto posto, ma risale al terzo per i vini bianchi. A guidare questa crescita “bianca” è il Grillo, che è il primo vino siciliano che viene in mente, davanti ad Inzolia e Nero d’Avola.
“Lo studio UniCredit-Nomisma mette in luce un mercato globale e domestico del vino in continua evoluzione, sia per ragioni interne al settore che per dinamiche più ampie afferenti alla sfera economica e geopolitica. Proprio per questo UniCredit si è impegnata a rinnovare la gamma di strumenti di sostegno per il settore, da affiancare al tradizionale supporto creditizio. Penso per esempio al plafond da 1 miliardo di euro dell’iniziativa “UniCredit per l’Italia” a supporto degli investimenti delle imprese agricole e agroalimentari, alle emissioni obbligazionarie di minibond e al rinnovato assetto della nostra rete con la presenza di gestori e specialisti agribusiness, che sono in grado di supportare in modo ancora più mirato le realtà del settore”, ha sottolineato Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia UniCredit.
Da qui, dunque, la Sicilia del vino guarda al futuro, ripartendo dal suo evento principe. “Sicilia en Primeur” 2024 sarà un’edizione speciale con un doppio compleanno: 25 anni dalla fondazione di Assovini Sicilia e 20 anni dalla prima edizione di “Sicilia en Primeur”. “Assovini, che oggi riunisce 100 aziende vitivinicole, è protagonista della storia della vitivinicoltura siciliana e della sua rivoluzione, grazie alla straordinaria visione dei suoi fondatori e all’impegno dei successori e delle aziende che in questi anni hanno lavorato per promuovere il vino siciliano come ambasciatore culturale nel mondo, valorizzando la diversità del continente vinicolo siciliano”, ha commentato Mariangela Cambria, presidente Assovini Sicilia. Saranno oltre cento i giornalisti, tra stampa italiana ed estera, che parteciperanno alla kermesse, le cui protagoniste sono 59 aziende, ed ai quali si aggiunge il neo Master of Wine “di casa”, il siciliano Pietro Russo, insieme a professionisti del settore che guideranno i seminari tecnici in programma.

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