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“LA STORIA DEL VINO INSEGNA CHE DAI MOMENTI DI CRISI PUO’ NASCERE QUALCOSA DI BUONO … ”. AD AFFERMARLO IL PROFESSOR MASSIMO MONTANARI, UNO DEGLI STORICI DELL’ALIMENTAZIONE PIU’ AUTROEVOLI DEL MONDO E DOCENTE ALL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA

Italia
Massimo Montanari, docente di Storia dell’Alimentazione dell’Università di Bologna

“La storia serve ad insegnarci che le esperienze sono molte, sempre diverse fra loro e che le cose cambiano. Se vogliamo trarre qualche insegnamento dobbiamo ritenere i momenti di crisi come delle opportunità”: sono queste le parole del professor Massimo Montanari, storico e docente di storia dell’alimentazione alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna e all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, uno dei maggiori specialisti mondiali di storia dell’alimentazione nonché di storia medievale.

“Se è vero che la storia del vino italiana è rinata dopo la crisi del metanolo - continua il professor Montanari riferendosi ai recenti scandali che hanno visto coinvolti i territori dell’eccellenza enologica italiana - speriamo che dopo la crisi di Montalcino venga qualcosa di buono per i prossimi anni, la storia ci insegna che bisogna fare le cose seriamente”.

Montanari è convinto, inoltre, che la storia dell’alimentazione sia una globalità che coinvolge i piani dell’economia, delle istituzioni e della cultura: “quando le cose non si fanno bene vi è una crisi che è innanzitutto una crisi di immagine prima ancora che di denaro. Ovviamente una crisi che poi si ripercuote sull’economia. Ma prima di tutto vi sono le idee”, cioè quello che gli antropologi intendono parlando del fatto che un alimento o una bevanda, prima di esser “buona da mangiare o da bere deve essere buona da pensare. Se noi infatti non abbiamo una buona immagine di un prodotto non lo compriamo. Quindi è un discorso di cultura anche quando sembrerebbe un discorso di pura economia”.

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