La spesa degli italiani per alimentari e bevande (alcolici esclusi) è cresciuta di appena uno 0,3% nel 2022 sul 2021, e pesa per il 14,2% della spesa totale. Di contro, quella per ristoranti ed alberghi, è cresciuta del +26,3%, arrivando ad impattare per il 9,4% del budget totale. Nello stesso anno, il valore aggiunto dell’economia italiana è aumentato del 3,9%, superando di quasi il 2% il livello del 2019, soprattutto nelle costruzioni e in modo più contenuto nei servizi, mentre è rimasta pressoché invariata nella manifattura ed è diminuita nell’agricoltura. Ma il futuro, nonostante l’inflazione sia ancora un macigno, e le tensioni internazionali che si riflettono anche sui prezzi delle materie prime e delle derrate agricole e alimentari di base, a livello mondiale, sembra meno cupo. Dati e riflessioni che emergono dalla Relazione Annuale sul 2022 della Banca d’Italia, e dalle considerazioni finali del suo Governatore, Ignazio Visco.
“A fronte degli shock di intensità inusitata degli ultimi anni, l’economia italiana ha mostrato una notevole capacità di resistenza e reazione. Già alla fine del 2021 - sottolinea Visco nel rapporto - il prodotto aveva recuperato il crollo registrato nei trimestri successivi allo scoppio della pandemia; ha continuato poi ad espandersi nel 2022, nonostante le difficoltà poste dalla guerra in Ucraina, con un incremento del 3,7%, ben superiore alle attese. Anche il mercato del lavoro ha pienamente riassorbito il forte calo dell’occupazione, che aveva soprattutto riguardato i giovani e le donne”. Nel primo trimestre 2023 la crescita dell’economia ha di nuovo superato le attese. Nonostante le difficoltà in corso d’anno, anche la produzione manifatturiera si è mantenuta in media sui livelli del 2019”.
E questa prima parte di anno, tra mille difficoltà, fa bene sperare, anche per il comparto agroalimentare e della ristorazione. “Nel primo trimestre di quest’anno la crescita dell’economia ha di nuovo superato le attese. Per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all’1%. La ripresa è stata più marcata nelle costruzioni, sostenute dagli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio, e nei servizi, tornati a espandersi significativamente con il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dei contagi”, ha detto Visco, riferendosi ovviamente al periodo della Pandemia da Covid-19.
“L’economia italiana - ha aggiunto ancora il Governatore della Banca d’Italia - ha mostrato una confortante capacità di reazione. I processi di ristrutturazione aziendale degli ultimi dieci anni, ancorché incompleti e differenziati tra settori e territori, hanno reso più solido il tessuto produttivo. L’accelerazione dell’accumulazione di capitale, il miglioramento della produttività dopo un lungo periodo di ristagno, il recupero della competitività internazionale sono segnali incoraggianti che vanno rafforzati, superando i ritardi e le debolezze di fondo che ancora impediscono alla nostra economia di dispiegare appieno le proprie potenzialità”.
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