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LA TRADIZIONE NON BASTA, OBIETTIVO QUALITÀ PER I VINI DI MONTAGNA. SE NE PARLERÀ NEL CONVEGNO “SITUAZIONE PRODUTTIVA E POLITICHE DI VALORIZZAZIONE”, IL 20 GIUGNO A COSTIGLIOLE SALUZZO (CUNEO). OBIETTIVO: LA MENZIONE “VIGNA DI MONTAGNA” IN ETICHETTA

“Il vino di montagna non deve essere solo espressione della tradizione locale, ma deve raggiungere,
come sta succedendo, un adeguato livello qualitativo”: è la riflessione di Lido Riba, presidente dell’Unione nazionale comuni comunità enti montani del Piemonte, che il 20 giugno a Costigliole Saluzzo (Cuneo) promuove il convegno “Vini di montagna: situazione produttiva e le politiche di valorizzazione”, perfare il punto sulla situazioni dei vigneti d’altura e guardare al futuro. Tra i primi obiettivi, quello del riconoscimento della menzione speciale “Vigna di montagna” sulle etichette.

“La montagna - aggiunge Riba - sta tornando in questi anni a essere un’area di interesse dal punto di vista economico e produttivo, e proprio in questo contesto i vini possono diventare uno degli elementi trainanti della nuova tendenza.

Tecnici e ricercatori sostengono che la viticoltura di montagna abbia tutte le carte in regola per imboccare la strada dello sviluppo. “Risulta però importante - prosegue Riba - poter garantire e certificare da una parte l’origine del prodotto, dall’altra la qualità dello stesso: solo così sarà possibile creare un prodotto ricercato e conosciuto sul mercato”.

Oggi, i vini di montagna sono considerati prodotti senza una propria dignità. Non esiste una normativa nel nostro paese e in Europa a loro dedicata. L’Uncem regionale del Piemonte, che conta ben 971 ettari di vigne con una pendenza superiore al 30 percento, 300 situati a un’altitudine superiore ai 500 metri e 548 di vigne terrazzate, ha avviato un percorso per il riconoscimento dei vini di montagna. L’obiettivo è riconoscere l’etichetta “Vigna di montagna”.

Un’identità non contemplata dall’attuale disciplinare della Doc (Denominazione origine controllata) Piemonte, che considera tutti i vini sullo stesso piano. Due le modifiche proposte: inserire nella Doc tutti i comuni piemontesi delle comunità montane dove sono presenti vigneti, e aggiungere sulle etichette delle bottiglie prodotte nelle terre alte la menzione speciale “Vigna di montagna”.

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