La vendemmia è alle porte e si annunciano le prime decisioni procedurali riguardo alla raccolta 2018. Decisioni che fanno i conti coi cambiamenti climatici, da una parte, e coi mercati, dall’altra. Arriva dal Comité Champagne la notizia riguardo alla resa commerciabile concessa per quest’anno: 10.800 chili per ettaro, in linea con quella del 2017, quantità decisa il 24 luglio, tenuto conto del contesto di mercato che si attende stabile e in leggera crescita nei prossimi anni e sopratutto dell’andamento climatico fin qui favorevole, reduce però da due anni precedenti decisamente difficili.
Le quantità sono state decise considerando un’annata 2018 fuori dagli schemi: dopo un inverno piovoso che ha battuto il record di precipitazioni del 1965 (345 millimetri sui 338 di oltre 50 anni fa) e una stagione calda e soleggiata da aprile a giugno che ha dato una spinta inusualmente vigorosa e rapida allo sviluppo vegetativo delle piante (750 ore di sole su una media di 630), il raccolto si preannuncia generoso e anticipato all’ultima decade di agosto, cosa avvenuta solamente cinque volta fino ad ora.
Una resa in linea col 2017, associata ad un raccolto abbondante, dovrebbe in definitiva mantenere un livello di stock globale equilibrato per la filiera. Quindi procurare un approvvigionamento sufficiente per le esigenze degli operatori, ma allo stesso tempo utile ai vignaioli, per ricostituire la riserva di cantina ampiamente utilizzata durante le due ultime difficili campagne. Insomma, il riscaldamento globale è una realtà anche per gli “champenois” che stanno modificando le loro pratiche viticole per adattarsi ad una situazione meteo ancora poco prevedibile.
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