Tra una manciata di giorni si torna a votare per eleggere il nuovo Parlamento, da cui uscirà poi il Governo che prenderà le redini di Mario Draghi. WineNews, nella maniera più “laica” possibile, è andata a spulciare i programmi dei principali partiti in campo - Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Terzo Polo (Azione-Italia Viva) - per capire che ruolo giochi, e che attenzione sia dedicata, all’agricoltura. Scoprendo su alcuni temi, come la difesa del made in Italy agroalimentare, una certa unità di intenti, e, in generale, un’attenzione per nulla banale per un settore diventato strategico, per mille motivi, per l’economia italiana. Ovviamente, per una visione completa delle proposte dei singoli partiti, rimandiamo ai loro programmi elettorali, che, qui, abbiamo appena sfiorato, considerata la vastità delle tematiche considerate.
Fratelli d’Italia, al punto 5 del suo programma parla di “Made in Italy e orgoglio italiano”, mettendo al centro la promozione dell’eccellenza italiana anche in campo enogastronomico. Come? Con “la creazione di una grande piattaforma online quale vetrina dei prodotti Made in Italy certificati e promozione del turismo commerciale di chi viene in Italia per acquistare direttamente i nostri prodotti”. Più fumosa la proposta per l’istituzione del “Liceo del Made in Italy”, tra “conoscenza della produzione e promozione delle attività di business”, chiara invece la volontà di “potenziamento dell’Agenzia Ice per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane”. Il partito guidato da Giorgia Meloni, inoltre, dedica un intero capitolo del suo programma all’“Agroalimentare pilastro del sistema Italia”, dandosi come priorità il “contrasto all’introduzione di ogni strumento di classificazione dei prodotti pregiudizievole per l’agroalimentare italiano (nutriscore), la promozione della dieta mediterranea e dell’agroalimentare di qualità contro i cibi sintetici, la lotta ai fenomeni di concorrenza sleale che penalizzano il nostro marchio agroalimentare (italian sounding)”. Si parla poi di tutela della biodiversità, agroindustriale da implementare con la ricerca, eradicazione della peste suina, contratti di filiera, risorse idriche e tanto altro.
Anche gli alleati di Forza Italia hanno dedicato un’intera pagina del loro programma elettorale all’agricoltura, in cui si parla di: Rafforzamento della filiera agroalimentare italiana; no definitivo al Nutriscore: promozione di un piano strategico Re-food EU per la sicurezza alimentare, per la competitività delle nostre imprese e per sostenere la produzione agricola europea; sostegno all’innovazione in agricoltura con nuove biotecnologie agrarie; agrofarmaci: studio di adeguate ed efficaci alternative che evitino il crollo delle produzioni agricole a seguito della misura proposta dalla Commissione UE di ridurre gli agrofarmaci del 50% entro il 2035; promozione dei marchi di qualità; contrasto ai danni causati dalla fauna selvatica e peste suina; no all’inserimento del gasolio per agricoltura e pesca nella lista dei cosiddetti sussidi ambientalmente dannosi; attuazione delle nuove leggi sul biologico e sulle pratiche sleali approvate dal Parlamento.
Per la Lega l’agricoltura è addirittura il primo punto del programma, e non potrebbe essere altrimenti, visto che i temi sono presentati in ordine alfabetico. A livello comunitario, il partito di Matteo Salvini si propone di impegnarsi “nella difesa del budget riservato alla promozione dell’agroalimentare sui mercati dei Paesi terzi; nella richiesta di tutelare il mercato europeo dalle importazioni che non rispettano uguali standard produttivi e di rispetto dei diritti del lavoro; nel vigile controllo sulla sottoscrizione da parte dell’Ue di accordi commerciali di libero scambio, affinché non aprano le porte del mercato unico a settori agricoli di Paesi terzi naturalmente competitivi per la loro poca ambizione verso standard produttivi analoghi a quelli europei. Si legge ancora: “Tendere ad una maggiore autosufficienza e garantire la sicurezza alimentare del Paese è un obiettivo strategico, dobbiamo puntare a tener tenacemente aperta la trattativa con la Commissione europea per una verifica degli impegni relativi all’architettura verde della nuova Pac che potrebbero penalizzare eccessivamente il potenziale produttivo delle aziende”. Un altro cardine delle proposte della Lega è “l’utilizzo del voucher in agricoltura in maniera stabile, che risponda alle necessità di tracciamento del pagamento e che sia reso più efficace rivedendo alcune limitazioni del passato. È uno strumento che potrebbe coinvolgere ed aiutare milioni di italiani, anche in difficoltà, nella ricerca di lavoro”.
Nel programma del Partito Democratico, che è strutturato diversamente, per macroaree tematiche piuttosto che per temi specifici, l’agricoltura è un pilastro dello sviluppo sostenibile e della transizione ecologica: “Agricoltura, allevamento e pesca. Per contrastare consumo di suolo impatto della siccità e crisi degli approvvigionamenti alimentari incentivi all’innovazione e filiere sostenibili. Puntiamo ad introdurre piani contro la siccità ed a disegnare l’agricoltura, l’allevamento e la pesca come motori della transizione ecologica, anche attraverso il potenziamento della digitalizzazione dei processi di tracciamento e monitoraggio”. L’agricoltura ritorna anche rispetto alla proposta di una legge sul consumo di suolo, che prevede “una serie di interventi per la difesa dell’uso del suolo agricolo (…). Vogliamo supportare l’ammodernamento, l’innovazione tecnologia, l’evoluzione green, la trasparenza, nelle imprese e nel lavoro affinché l’agricoltura diventi il miglior motore per la transizione ecologica. Con un fondo di rotazione di 500 milioni possiamo avviare il sostegno a 2500 progetti di impresa agricola verde”.
Il programma, molto corposo, del Movimento 5 Stelle, dedica all’“Agricoltura” un capitolo della sezione “Ambiente”, ed alle “Politiche Agricole” un capitolo della sezione “Sviluppo”, mentre all’“Alimentazione” è riservato un sottocapitolo di “Salute e Stili di Vita”, nella sezione “Persone”. Ma cosa dice, di importante, il programma del partito guidato da Giuseppe Conte? Partendo dall’alimentazione, si parla di programmi di educazione, valorizzazione della filiera alimentare (affermando l’importanza dell’agricoltura) e riqualificazione della formazione degli operatori alimentari. L’agricoltura è citata più volte anche in altre sezioni, ad esempio quando si cita come esempio di successo nella protezione del territorio e della biodiversità. Venendo al capitolo dedicato esplicitamente all’agricoltura, si legge che “il settore agroalimentare italiano costituisce un importante motore del sistema economico e sociale del Paese. Occorre renderlo sempre più competitivo e moderno, sostenibile ed equo, avendo cura di preservarne l’aspetto più prezioso: l’unicità”. Il Movimento 5 Stelle, quindi, sottolinea l’importanza dell’integrazione di filiera “per la tenuta del tessuto produttivo agroalimentare italiano, consentendo di potenziare la concentrazione dell’offerta e realizzare economie di scala. Sostenere la produzione agricola italiana è fondamentale non solo dal punto di vista economico ma anche perché rappresenta un anello fondamentale per promuovere una produzione alimentare che valorizzi cibi appartenenti alla sana alimentazione mediterranea”, si legge ancora. Spazio poi al “turismo enogastronomico, una forma da privilegiare, consentendo di valorizzare la varietà dei servizi e la qualità del contesto ambientale di ogni azienda, di salvaguardare aree meno conosciute e a rischio spopolamento, oltre a contribuire alla scoperta di produzioni uniche e patrimoni identitari”. E ancora, la tutela di certificazioni e indicazioni geografiche e delle risorse idriche, garantire l’accesso al cibo, “salvaguardia di un imprescindibile diritto umano”, rendendo “più sostenibile la produzione agroalimentare con progetti di economia circolare”.
Infine, le proposte di Azione e Italia Viva, ossia i partiti del Terzo Polo, guidato da Carlo Calenda, che hanno messo in fila dieci punti programmatici e particolarmente pragmatici, che riguardano l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e l’intero sistema agroalimentare della trasformazione, “settori strategici per lo sviluppo e la ripresa dell’economia del nostro Paese”. In ordine: Agricoltura 4.0 e potenziamento della formazione tecnica e manageriale; aumentare la manodopera e il ripristino del sistema dei voucher; garanzie statali per facilitare l’accesso al credito e il sostegno all’innovazione; agricoltura protagonista della transizione energetica: vendita delle eccedenze energetiche, sviluppo dell’agri-voltaico, del biogas e del biometano; aiuti alimentari; gestione della fauna selvatica e in particolare dei cinghiali; potenziamento della “blue economy” e della piccola pesca artigianale; manutenzione del territorio; verde urbano; giovani e ricambio generazionale.
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