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BIODIVERSITÀ

L’ape da miele, fondamentale per l’agricoltura e vita dell’uomo, ha la sua “Carta”

Firmato oggi a San Michele all’Adige un documento scientifico per la tutela del prezioso insetto, la cui vita oggi è a rischio
API, FONDAZIONE EDMUND MACH, SAN MICHELE, Non Solo Vino
Firmato oggi a San Michele all’Adige un documento scientifico per la tutela del prezioso insetto, la cui vita oggi è a rischio

“L’ape, gestita dagli apicoltori da molti millenni, svolge un ruolo insostituibile per la conservazione della biodiversità e per la salvaguardia delle produzioni agricole; non deve essere considerata un animale domestico, ma componente fondamentale della fauna selvatica”. Parte da questa premessa la “Carta di San Michele all’Adige”, il primo documento elaborato dalla comunità scientifica italiana per la salvaguardia dell’ape da miele, firmato oggi alla Fondazione Edmund Mach, con il contributo delle principali istituzioni che si occupano di api e apicoltura in Italia. Paese in cui sono presenti 1,2 milioni di alveari gestiti da 45.000 apicoltori (dati dell’Unaapi-Unione Nazionale delle Associazioni Apicoltori Italiani), con le api che, oltre alla produzione di miele, di cui l’Italia vanta il primato della biodiversità con oltre 50 varietà, sviluppano un servizio fondamentale di impollinazione, necessario per l’agricoltura e per la vita dell’uomo, il cui impatto economico è stimato intorno ai 3 miliardi di euro.
“Un documento non vuole contrapporsi alle azioni intraprese dal mondo dell’apicoltura, ma contribuire ad una visione più globale del gravissimo problema del declino delle api mellifiche”, si legge nelle carta.
“Il primo grande risultato della Carta di San Michele all’Adige - spiega il presidente della Fondazione, Andrea Segré, primo firmatario - è aver stimolato la nascita di una rete di istituzioni scientifiche che, in sinergia, hanno redatto un “consensus paper” su una tematica fondamentale per la protezione della biodiversità. Questo è il punto imprescindibile di partenza per aprire la sottoscrizione della Carta al mondo civile e politico”. La scelta del nome del documento e della location per la firma non è casuale, ha aggiunto Segrè : “la Fondazione Mach vanta una lungo impegno tecnico e scientifico nell’apicoltura, una tematica che rientra pienamente nell’approccio OneHealth della salute unica e globale tra esseri umani, animali e ambiente”.
L’“Appello per la tutela della biodiversità delle sottospecie autoctone di Apis mellifera Linnaeus, 1758 in Italia”, (questo il nome esteso della carta) parte da una traccia elaborata dagli entomologi di San Michele e completata, con un intenso lavoro collettivo, dai maggiori apidologi ed entomologi italiani e col supporto di apicoltori sensibili da sempre a questa tematica. È in sostanza la base per future proposte ed azioni tecniche, sia nel campo della conservazione della biodiversità che dell’apicoltura a tutti i livelli.
Paolo Fontana, responsabile del programma di apicoltura alla FEM, secondo firmatario del documento, ha spiegato che “la cosa meravigliosa di questo documento è che la scienza ci dimostra che la tutela della diversità genetica dell’ape mellifica non solo è fondamentale per conservare gli equilibri ecologici ma è l’unico presupposto per riportare l’apicoltore ad una condizione di produttività anche dal punto di vista economico”.
L’importanza di questa sottoscrizione è legata al fatto volta nella storia dell’apicoltura la comunità scientifica italiana, supportata da molti studiosi stranieri, si esprime unitariamente sul problema della conservazione delle popolazioni autoctone dell’ape da miele. L’ape come animale selvatico, infatti, è un patrimonio di tutti e va tutelato come componente della fauna, anche per assicurare prosperità economica all’apicoltura e garantire le produzioni agricole.
Oltre al contributo dei singoli studiosi, il testo è stato vagliato collegialmente dagli apidologi del Crea Agricoltura e Ambiente di Bologna, da lungo impegnati proprio su queste tematiche e dalle due principali istituzioni nazionali che si occupano di insetti, l’Accademia Nazionale Italiana di Entomologia e la Società Entomologica Italiana. Dal punto di vista conservazionistico è stato fondamentale anche il contributo della World Biodiversity Association onlus, impegnata negli ultimi anni anche su tematiche relative alla salvaguardia delle api mellifiche e selvatiche.
L’evento è patrocinato da Provincia autonoma di Trento, Accademia Nazionale Italiana di Entomologia, Società Entomologica Italiana, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, WBA World Biodiversity Association onlus.

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