La Contea principesca di Gorizia e Gradisca era un’antica contea appartenente alla monarchia asburgica, all’attuale confine tra Italia e Slovenia, tra il Mar Adriatico e le Alpi Orientali. Territorio da sempre vocato ai grandi vini, grazie alla Ponca, è qui che il 17 marzo 1787, per volontà dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, tra i regnanti più importanti della storia, fu emessa una circolare dalla “Cesarea regia superiore commissione per regolamento della contribuzione”, contenente la “Classificazione de’ vini prodotti nelle unite principate della Contea di Gorizia e Gradisca in riguardo alla loro bontà”, la prima della storia (quella dei vini di Bordeaux è del 1855: a scoprirla, lo storico Stefano Cosma, ndr). Vini che, oggi, sono le migliori espressioni del Collio italiano e sloveno, la Brda, dei Colli Orientali e della Valle dell’Isonzo, del Carso e della Vipava, le cui cantine si sono riunite nell’“Associazione dei Cavalieri della Classificazione dei Crus dell’Imperatrice-Regina Maria Theresa”, per sostenere il territorio ed il suo patrimonio. Come hanno fatto donando, ancora una volta, i pregiati lotti per l’“Asta dei Grandi Vini della Contea per la Pace” 2024, 17 barrique di Chardonnay, Ribolla Gialla e Friulano/Jakot per i vini bianchi, e Pinot Nero e Merlot per i vini rossi, da 300 bottiglie ciascuna (con prezzo di partenza di 3.000 euro, e sulle quali non compare il nome del produttore, ma del Cru storico), che, nei giorni scorsi, hanno raccolto 95.000 euro a favore del Monastero di Castagnevizza a Nova Gorica.
Come da tradizione - siamo all’edizione n. 3 - state proprio le storiche cantine del Monastero di Castagnevizza ad ospitare l’incanto, battuto dall’antica casa d’aste viennese Dorotheum, e presieduto da Fra’ Niko Žvokelj, Padre Superiore del Monastero, e Riccardo Illy, Console onorario di Francia a Trieste, imprenditore della storica famiglia del caffè e alla guida del Polo del Gusto, con Charles-Louis de Noüe, rappresentante di una delle più importanti famiglie del vino di Borgogna con Domaine Leflaive, e Alis Marinič della storica famiglia di produttori nel Collio sloveno Marinič, fondatori, insieme, di Domaine Vicomte de Noüe-Marinič, e dell’“Associazione dei Cavalieri della Classificazione dei Crus dell’Imperatrice-Regina Maria Theresa”, alla presenza di ospiti d’eccezione, come l’Arciduchessa d’Austria Maria Camilla d’Asburgo-Lorena, collezionisti ed imprenditori della ristorazione di tutta Europa.
A donare i lotti, le aziende italiane Attems (Gruppo Frescobaldi), Castello di Spessa, Ritter de Zahony, Rocca Bernarda, Subida di Monte, Villa Russiz e Korsic Wines, e le slovene, Klet Brda, Kmetija Princic, Kristancic, Marjan Simcic, Nebò Winery, Vina Leban, Vina Stekar, Vini de Noüe Marinic e Zarova. I lotti top? Una barrique di Theodoro Russ. Infer. II Cru Merlot 2022 di Villa Russiz aggiudicata per oltre 10.000 euro, e che deve il suo nome al Conte francese Teodoro de la Tour, fondatore dell’azienda e che portò con sé dalla Francia nel Collio i vitigni francesi come lo stesso Merlot, ma anche lo Chardonnay, il Sauvignon Blanc e il Pinot Grigio; seguita dalle barrique di Tejca Vedrignano II Cru Classificazione Chardonnay 2021 battuta per 8.600 euro, e di Bilje San Pietro III Cru Classification Merlot 2022 aggiudicata per 6.200 euro, entrambi prodotti dalla Vini Noue Marinic.
Il ricavato dell’asta servirà per restaurare i seicenteschi affreschi della cappella del Monastero di Nova Gorica - prima “Capitale Europea della Cultura Transfrontaliera” nel 2025 con Gorizia - dove non tutti sanno che è sepolto l’ultimo Re di Francia, Carlo X di Borbone, fratello di Luigi XVI, ghigliottinato nella rivoluzione francese con la moglie Maria Antonietta, cacciato nel periodo della seconda rivoluzione francese del 1830, e che scelse Gorizia per il suo esilio chiedendo di essere sepolto nel Monastero francescano, unico monarca la cui tomba si trova fuori dalla Francia.
Un territorio che ha segnato la storia d’Europa, per secoli teatro di guerre nel triangolo tra l’Austria, la Slovenia e l’Italia, e dove ora il vino è un simbolo ed un laboratorio di pace.
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