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TRA VINO E CULTURA

L’attualità di Totò, mostro sacro della commedia italiana, raccontata con il vino, per tutti

Il progetto “A Livella” firmato dalla Claudio Quarta Vignaiolo e dalla famiglia De Curtis, che parte con due vini dedicati al “principe della risata”

Creare un vino legato al Sud, e in particolare alla Campania, e alla portata di tutti, dal Marchese al netturbino, per citare i due personaggi protagonisti del capolavoro “A Livella”: nasce così il progetto dei vini dedicati a Totò, Antonio De Curtis, mostro sacro della commedia italiana e napoletana, firmato da Claudio Quarta Vignaiolo, una delle cantine più dinamiche di Puglia e non solo, e dai discendenti di Totò. Un progetto annunciato nei giorni scorsi, come già raccontato da WineNews, e presentato ufficialmente oggi, nella Cantina Sanpaolo di Quarta, a Tufo (Avellino).
Un progetto nato “dall’amore per Totò, che rappresenta ancora oggi l’uomo, l’Italiano - spiega a WineNews Alessandra Quarta - e la cultura del Sud. Noi siamo vignaioli del Sud, e dall’emozione nel ripercorrere alcune sue opere è nata l’idea di dedicare a Totò un vino, un progetto celebrativo, a partire dalla sua Regione, la Campania. E avendo noi due cantine, una in Puglia e una in Campania, abbiamo deciso di partire da qui, per costruire un percorso che attraversasse la sua opera e la sua biografia, e per restituire le emozioni di Totò anche agli appassionati di vino e amanti della cultura di oggi. “A livella” nel 2017 era nata come un’etichetta di rosso, era l’anno del 50ennale dalla scomparsa di Totò, poi l’idea è stata quella di individuare dei vitigni autoctoni meno conosciuti, e metterli insieme. Abbiamo scelto il Piedirosso e il Casavecchia, che è quasi una “reliquia” nell’ampelografia campana. E poi nel 2018, dall’idea di far diventare “A livella” non solo un’etichetta ma un progetto, è nato il Totò Bianco, che accompagna Totò Rosso (6.650 bottiglie a testa), ed è un blend di Greco e Fiano. Da questo progetto è nata soprattutto un’amicizia con la famiglia De Curtis, ed in particolare con Elena (nipote di Totò, ndr), con cui condividiamo le emozioni per la buona tavola ed il buon vino, e crediamo che da questa passione e dall’amore per Totò possano nascere diversi progetti”.
“Mio nonno oggi è presente nella vita di tutti gli italiani, anche nella sua assenza, con le sue battute. E continua a regalare tante risate, a mettere le persone in uno stato di serenità, di buoni sentimenti, nei confronti del prossimo, e la tavola, per gli italiani - aggiunge Elena Anticoli de Curtis - è il luogo per antonomasia della convivialità, della gioia. E poi Totò era un’eccellenza italiana, e portava avanti le eccellenze italiane, soprattutto del Sud, anche perchè era orgogliosissimo di essere napoletano. Mio nonno non era un grande conoscitore del vino, erano anni in cui non c’era certo la cultura del vino che c’è oggi, ed in più lui era nato in un quartiere di miseria. La sua arte nasce per fame, e poi arrivata la fama, ma per quello che riguardava la gastronomia, non è mai stato un uomo di eccessi. Però, come diceva ne “La Banda degli onesti”, “prendiamone meno, ma che sia vino! A me mi bastano due dita, magari un dito solo, un mignolo, ma che sia un mignolo di vino”. Ed il suo bicchiere di vino, sia a pranzo che a cena, se lo concedeva. Io poi vengo da una cultura enogastronomica napoletana, sono nata in Sudafrica dove mia mamma ha aperto tre ristoranti, sono autodidatta, ma la passione per il cibo ed il vino c’è sempre stata, e quando ho incontrato Claudio e Alessandra Quarta, ho ritrovato anche questo modo di lavorare con amore e con passione, ed è nato un feeling che ha portato a questo progetto con grande entusiasmo, perchè so che nonno è stato trattato come si merita. Ed è un modo per riportarlo anche tra i giovani, con questo vino che è alla portata di tutti, come deve essere”. Sintesi perfetta in bottiglia del messaggio de “A livella”, uno dei capolavori di Totò, che mette sullo stesso piano un Marchese e un netturbino ...

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