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IL DATO

Lavoro: in un’Italia che invecchia i giovani scelgono l’agricoltura, ma abbandonano la ristorazione

Studio Unioncamere e InfoCamere: in calo le imprese guidate dagli under 35 mentre crescono gli imprenditori over 70
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I giovani sono affascinati dall’agricoltura (ph: Freepik)

Il futuro e le prospettive di un settore lavorativo si misurano anche dalla capacità di sapersi rinnovare e quindi di inglobare al suo interno nuove forze. Spesso sono i giovani a portare quel “plus” che mancava, in un mercato sempre più globale e competitivo, ma spesso faticano a farsi spazio in un’azienda per un motivo o per un altro. L’agricoltura rappresenta un’eccezione come dimostrano le elaborazioni di Unioncamere e InfoCamere sul totale delle persone che ricoprono una carica all’interno delle aziende italiane (e, quindi, titolari, amministratori o soci) mentre la ristorazione sta sopravvivendo grazie a chi ha qualche primavera in più: basti pensare che gli over 50 rappresentano la fetta maggioritaria del settore.
Nel confronto tra il 2014 e il 2023 in agricoltura la fascia di età tra i 18 e i 29 anni ha avuto un incremento del 12,8% (pari a 4.077 persone), il secondo dato nazionale dietro soltanto alle “attività professionali, scientifiche e tecniche” (+27,7%). La fascia di età che fatica di più è quella tra i 30 e i 49 anni che in dieci anni ha perso oltre 50.000 persone (-18,4%) con un lieve incremento tra gli over 50 (+0.3%) e over 70 (+3,3%). Per quanto riguarda la voce “attività dei servizi di alloggio e di ristorazione”, dal 2014 al 2023 si sono perse 21.232 persone tra i 18 ed i 29 anni (-38,4%) e oltre 58.000 tra i 30 ed i 49 anni (-17,2%). Forza lavoro compensata dalla fascia 50-69 anni (+27,4%) che in un decennio è cresciuta di oltre 66.000 persone e dagli over 70 che sono quasi raddoppiati (+45,2%) grazie alle oltre 23.000 persone che si sono rimesse in gioco in questo settore
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Quello che in generale appare chiaro è che nell’Italia delle imprese ci sono sempre meno giovani nei centri decisionali anche perché il Paese sta invecchiando e di riflesso anche l’impresa mostra una progressione verso la terza età. “Il sistema imprenditoriale italiano segue la dinamica demografica - commenta il presidente Unioncamere, Andrea Prete - e le imprese di giovani diminuiscono mentre aumentano quelle guidate da imprenditori più anziani. Io credo che dobbiamo rendere più semplice ed appetibile la creazione di una impresa soprattutto riducendo la burocrazia che spesso impone obblighi non del tutto giustificati. Bisogna semplificare tutte quelle procedure che ancora oggi frenano il fare impresa in Italia e che sono vissute come un fardello troppo pesante soprattutto dai più giovani che vogliono mettersi in proprio: ben 7 imprese under 35 su 10 vedono nella burocrazia l’ostacolo maggiore all’utilizzo delle risorse del Pnrr”. E, intanto, gli over 70, che oggi occupano 268.000 cariche in più del 2014, così come gli over 50 (quasi 600.000 in più), aumentano in tutti i settori con incrementi quasi sempre a due cifre.
La dinamica a livello territoriale restituisce la fotografia di una Italia delle imprese con sempre meno giovani che occupano ruoli decisionali. Ad eccezione del Trentino Alto Adige, dove il target 18-29 anni è aumentato del 3,9%, sono soprattutto diverse regioni del Mezzogiorno, a partire da Molise, Abruzzo, Calabria e Sicilia a contare le perdite maggiori. Calabria, Sicilia e Abruzzo sono quelle in cui, invece, la popolazione dell’impresa over 70 cresce di più. In Calabria, Campania e Toscana aumentano le persone tra i 50 ed i 69 anni con cariche nell’impresa.

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