02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
IL PUNTO

Lavoro nei campi, stop nelle ore più calde in 14 Regioni. Le ultime ordinanze di Marche e Piemonte

A dettare la line, la mappa del rischio del portale worklimate.it. Mentre continuano in tutta Italia i controlli contro il caporalato
AGRICOLTURA, CALDO, CAPORALATO, CONTROLLI, LAVORATORI AGRICOLI, LAVORO, LOTTA AL CAPORALATO, MANODOPERA, WORKLIMATE, Non Solo Vino
Lavoro nei campi, stop nelle ore più calde in 14 Regioni

Mentre la vendemmia sta partendo in diversi territori d’Italia, soprattutto al Sud, con la Sicilia che ha staccato i primi grappoli oltre due settimane fa, ma anche al Centro, con la Maremma Toscana che ha dato il via in questi giorni, e mentre sono nel vivo altre raccolte di frutta e verdura stagionale nelle campagne italiane spaccate in due, tra siccità al Sud e una situazione più controllata a livello idrico al Centro Nord, al netto di qualche fenomeno estremo, il tema della sicurezza del lavoro e del caporalato è sempre più centrale. E se su questo ultimo fronte continuano i controlli un po’ in tutta Italia (i più recenti, segnalati dai Carabinieri, nelle provincie di Parma e di Latina, dove proprio oggi la Questura ha accordato un permesso di soggiorno speciale a tutela dei lavoratori indiani testimoni della morte tragica del connazionale Satnam Singh in giugno, ndr), dopo i risultati poco incoraggianti comunicati dai Carabinieri a fine luglio, con oltre la metà delle aziende e il 46% dei lavoratori trovati fuori regola, continuano ad arrivare anche le ordinanze delle Regioni, che proibiscono di lavorare nei campi in ore di caldo eccessive, di cui abbiamo già parlato, ad inizio luglio, segnalate dal portale www.worklimate.it.
Quattordici, ad ora, le Regioni che hanno emesso ordinanze restrittive in questo senso, quasi tutte in vigore fino al 31 agosto, ovvero Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Lazio, Molise, Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, a cui nelle ultime ore si sono aggiunte le Marche, e il Piemonte, particolarmente sotto i riflettori dopo le ultime inchieste e fatti sul caporalato in vigna, che, tra le altre cose, hanno visto il Consorzio di Barolo e Barbaresco pronto a dichiararsi “parte civile” contro le aziende che venissero eventualmente accusate, a tutela della reputazione del territorio.

Un’ordinanza, quella emanata in particolare dalla Regione Piemonte, di cui si era discusso il 30 luglio ad un tavolo tra Regione e associazioni di categoria, che aveva visto tra i temi anche la dimensione del caporalato in Piemonte, e la proposta di sospendere i lavori nelle ore di calura. E proprio ieri, sottolinea Confagricoltura Piemonte, “è entrata in vigore l’ordinanza che vieta il lavoro in condizioni di esposizione diretta e prolungata al sole, ai lavoratori del settore agricolo, florovivaistico e nei cantieri edili ed affini, per attività classificabili come “attività fisica intensa””. “Le recenti analisi dello stato del clima e delle sue variazioni repentine, dalla scala nazionale alla scala regionale e locale, costituiscono una base necessaria sia per la valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici, sia per la pianificazione futura delle attività lavorative nelle diverse aree piemontesi e, quindi, puntare l’attenzione sulla salute dei lavoratori del nostro settore”, evidenzia Enrico Allasia, presidente Confagricoltura Piemonte, commentando a caldo il primo giorno in cui oltre 50.000 imprese agricole piemontesi sono state coinvolte in un piano per migliorare la consapevolezza dei lavoratori a prevenire e trattare i pericoli riferiti all’esposizione al caldo, nei luoghi di lavoro. “In Piemonte, fortunatamente, in agricoltura non si sono finora registrati casi di infortunio riferiti alle alte temperature, ma è fondamentale iniziare a ragionare sull’argomento, prevenendo eventuali escalation del problema. Ecco l’importanza di testare in questo mese gli effetti dell’ordinanza, per poter migliorare in futuro quanto indicato. Le aziende agricole in questo periodo hanno operazioni colturali improrogabili: siamo consapevoli che riorganizzare i turni di lavoro e la distribuzione dei compiti crei disagi e abbiamo chiesto un periodo di tolleranza in cui sia lavoratori, sia imprenditori, potranno uniformarsi a quanto richiesto” conclude Allasia.
Intanto, come già abbiamo riportato, nel Dl Agricoltura convertito nella legge 101/2024, tra le altre cose, ci sono anche misure utili a fronteggiare le eccezionali condizioni climatiche che si traducono nella sospensione o riduzione dell’attività lavorativa (ondate di calore) fino al 31 dicembre 2024, con il riconoscimento agli operai agricoli a tempo indeterminato (anche in caso di riduzione dell’attività lavorativa pari alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente previsto), di un trattamento sostitutivo di retribuzione.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli