Un viaggio al cuore delle radici di Bollinger, una delle maison dello Champagne più celebri, nei suoi terreni e vigne in cui l’uva non è la sola protagonista, ma anche le secolari querce. Sono 130 ettari di foresta a Cuis, un villaggio in Côtes des Blancs, dove la famiglia proprietaria di Bollinger affonda le radici. Ed è proprio in questo angolo ricco di verde e di storia che nel 2016 è stato deciso di abbattere tre alberi, più che centenari, e produrre 10 botti per ciascuno di essi.
Il progetto, come racconta il magazine britannico “The Drinks Business”, è stato seguito direttamente dallo chef de cave di Bollinger Gilles Descôtes che adesso punta ad ottenere tra le 20 e le 30 botti entro la prossima vendemmia. Il progetto “autarchico” di Bollinger, comunque, sarà sufficiente solo per l’1% della produzione di quest’anno, ed in futuro manterrà sempre comunque una piccola percentuale, quasi ininfluente. Bollinger, nella sua cantina di Aÿ, possiede 3.500 botti di quercia ed è l'unica maison della Champagne ad avere assunto un un bottaio, monsieur Denis Saint-Auroman, attivo 24 ore su 24, che ogni anno ripara una media di 350 botti, prodotte con il legno che arriva dalla Borgogna, dove il gruppo possiede la Chanson Père & Fils, da cui arrivano solo le botti usate per l’invecchiamento dello Chardonnay.
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