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LE FRIULANE KANTE E RADIKOM FANNO LA RIVOLUZIONE DI TAPPI E FORMATI

Hanno provato con i tappi di vetro, con quelli di poliuretano, con la doppia corona, ma per superare la crisi dei tappi di sughero per le bottiglie di vino nessun produttore aveva finora pensato di cambiare il formato delle bottiglie. I primi a farlo sono due vignaioli del Friuli Venezia Giulia - Edi Kante di Prepotto di Duino (Trieste) e Stanko Radikon di Oslavia di Gorizia - che hanno deciso di non tentare più di adattare i tappi alle bottiglie, ma di fare il contrario: adattare le bottiglie ai tappi, individuando quelli che si possono produrre in abbondanza con il sughero disponibile in natura. Hanno così abbandonato le tradizionali bottiglie da 0,75 litri per passare a quelle da un litro (e, in percentuale limitata, da mezzo litro) per le quali useranno tappi di sughero del diametro di 21,5 millimetri, contro i 26 millimetri dei tappi tradizionali.

"Abbiamo scoperto - hanno spiegato oggi alla Expo Mittelschool di Trieste - che quello che manca sul mercato è il sughero di alta qualità per fabbricare tappi del diametro di 26 millimetri. Non manca, invece, anzi è sovrabbondante e di qualità superiore, il sughero che serve per produrre tappi con diametri più piccoli. Con la collaborazione della Facoltà di Agraria dell' Università di Milano e della Stazione sperimentale del sughero di Tempio Pausania, abbiamo così realizzato tappi di sughero e bottiglie di vetro che consentano, da una parte, di utilizzare strisce di sughero di eccellente qualità ma finora considerate di scarto perché troppo sottili e, dall' altra, di conservare il migliore rapporto fra il volume del vino e quello del tappo, che è lo 0,8% delle bottiglie magnum, quelle che finora hanno consentito di conservare meglio nel tempo le qualità dei vini".

"La soluzione è stata trovata - hanno riferito Kante e Radikon - in una bottiglia di un litro, con il collo stretto e un foro da 15 millimetri, che, a partire da quest' anno, sostituirà completamente le bottiglie magnum e quelle da 0,75 litri utilizzate dalle due aziende (60.000 bottiglie in tutto) per conservare e distribuire i loro vini. Ci saranno, inoltre, bottiglie da mezzo litro (anch'esse con il collo stretto e il foro da 15 millimetri) che potranno utilizzare gli stessi tappi di sughero da 21,5 millimetri di diametro.

"E' la scoperta dell'acqua calda o l'uovo di Colombo - ha spiegato Kante - ma abbiamo pensato che per affrontare la carenza di sughero era inutile tentare di piegare la natura alle nostre esigenze. Per tre anni abbiamo girato il mondo alla ricerca di sughero di alta qualità, senza trovare una soluzione. Abbiamo così scelto di adattarci noi alla natura e di utilizzare quello che la natura ci offre: sughero di qualità eccellente, ma di spessore inferiore a quello utilizzato finora per produrre tappi".

"Non abbiamo brevettato la nostra scoperta - ha aggiunto Radikon - perché vogliamo metterla a disposizione di tutto il mondo enologico. Vogliamo che aumenti la qualità dei vini che arrivano sulle tavole dei consumatori e tutti sappiamo che, sul piano della qualità, il rapporto magico fra vino e sughero è lo 0.8% delle bottiglie magnum, lo stesso che abbiamo conservato nelle bottiglie da un litro".

La "rivoluzione" di tappi e formati - come l'ha definita la sommelier Rossana Bettini, che ha presentato l'iniziativa dei due vignaioli - ha anche importanti aspetti commerciali e culturali, perché - ha spiegato Bettini - da una parte può indurre a modificare le quantità di consumo di vino (mezzo litro invece di 0,75), tenendo conto anche delle norme del Codice della Strada, e, dall' altra, può portare a riconoscere e apprezzare la superiore qualità di vini ben conservati.

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