Da Tenuta San Guido a Marchesi di Barolo, da Masi a Pasqua, da Gravner a Lungarotti, da Alois Lageder a Donnafugata, da Benanti a Barone Pizzini, da Marramiero a Malvirà, da Gianni Gagliardo a Damilano, da Tedeschi a Terre del Barolo, da Domini di Castellare ad Apollonio: sono solo alcune delle cantine che saranno protagoniste a “100 Great Terroir Wineries of Italy” (con una lista ancora in via di definizione, ndr), vetrina dell’eccellenza enologica del Belpaese (8 e 9 luglio 2023, a Shangai), in quella Cina in cui il vino italiano ancora non decolla e che ha visto il 2023 partire decisamente in negativo, con l’export a Gennaio dall’Italia verso il Paese del Dragone a -45,1% sullo stesso periodo del 2023 per appena 3,7 milioni di euro, dopo un 2022 chiuso a 111 milioni di euro, in calo del -11,8% sul 2021, secondo i dati Istat analizzati da WineNews. Ad organizzare l’evento è “Terroir Sense Wine Review” del wine writer Ian D’Agata, uno dei più profondi conoscitori del vino italiano e delle sue peculiarità (e autore, ogni anno, della sua “The Great 100 Italian Wines off the Year”, insieme a Shanghai United Media Group (la principale società di giornali in Cina, che supervisiona i tre maggiori media statali a Shanghai) e TasteSpirit (la più grande azienda cinese di media e formazione sul vino, con 10 milioni di visitatori unici e 1,6 milioni di follower sui social media nel 2022; gestisce anche la più importante piattaforma di recensioni sul vino in Cina, in collaborazione con 150 diversi importatori di vini pregiati).
L’evento sarà il più grande salone del vino italiano mai organizzato in Cina e vedrà protagoniste 100 tra le migliori aziende vinicole italiane, 1.000 addetti ai lavori e appassionati attesi e altri 15.000 partecipanti agli eventi live streaming online ufficiali, con un’esposizione mediatica stimata di 10 milioni di persone tra professionisti e wine lover. Nel corso dell’evento si susseguiranno degustazioni, masterclass, una cerimonia durante la cena di gala in cui saranno premiate le 100 migliori cantine italiane per il 2023 e un ricevimento di benvenuto al Pearl Art Museum, progettato dal celebre architetto Tadao Ando.
“Ho sempre pensato che ci fosse bisogno di una guida dei vini italiani che prestasse maggiore attenzione a specifici vitigni, territori e al modo in cui le aziende svolgono il loro lavoro, in altre parole al terroir. Così - racconta Ian d’Agata - ho iniziato a scriverne una quasi vent’anni fa. Ho sempre voluto puntare i riflettori sui grandi vini prodotti non solo dalle grandi e famose aziende, ma anche da quelle molto piccole che hanno una comprovata esperienza di eccellenza e che lavorano in territori eccezionali, ma spesso meno famosi, con vitigni sconosciuti. Questi aspetti caratterizzano i vini italiani più di ogni altra cosa. Perciò la guida elenca vini famosi come il Barolo e il Brunello prodotti da aziende altrettanto famose, ma individua anche produttori piccoli ma di altissima qualità e vini di cui non si legge molto altrove. È questo che rende la guida e la rassegna “Great 100” così interessanti e utili sia per il pubblico degli acquirenti di vino sia per le cantine che cercano non solo di trasmettere il lavoro di una vita e ciò che le rende speciali, ma anche di trovare nuove opportunità commerciali e mercati. Le cantine e i vini hanno la possibilità di farsi conoscere meglio in Cina e all’estero. Grazie ai miei quasi quarant’anni di visite alle cantine italiane, di passeggiate nei vigneti e di interviste ai produttori, cosa che oggi non fa praticamente nessuno che scriva e parli di vino italiano, né così a lungo né così diffusamente come me, sono molto orgoglioso”.
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