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IL FENOMENO

Le persone vogliono cibo “Ready-To-Eat” ed i confini tra retail e ristorazione sfumano

Ricerca Circana: si cercano sempre più opzioni pronte da mangiare non solo nei punti vendita tradizionali della ristorazione ma anche nei supermercati
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Nell’ultimo anno i consumatori Ue hanno speso 888 miliardi in cibo, il 37% Ready-To-Eat

Nell’ampio e variegato mondo del “food”, a cambiare non sono soltanto le strategie di marketing dei “player” del settore, ma anche e soprattutto le scelte dei consumatori, dettate magari da esigenze di vita mutevoli, dalla ricerca di nuove esperienze per il palato da provare anche nella quotidianità, e quindi tra le mura di casa. D’altronde tante persone non trovano più il tempo e la voglia di cucinare, e guardano a qualcosa di “subito pronto” e gustoso, allontanando, magari, quella tradizione della preparazione del pranzo e della cena, particolarmente diffusa in Italia, con il pasto da consumare in famiglia a tavola. E allora cambiano anche i punti di riferimento della clientela con i supermercati sempre più vicini ai ristoranti, proposte che si mescolano per una identità sempre più sfumata rispetto al passato. Circana, la società di consulenza leader nella gestione ed interpretazione della complessità del comportamento del consumatore, ha registrato cambiamenti importanti nella ristorazione che portano a confini sempre meno definiti tra ristorazione e retail. Una ricerca, basata sui dati Crest di Circana, indica che i consumatori europei, nell’ultimo anno, hanno speso 888 miliardi di euro in cibo e bevande e che il 37% di questa spesa è stata destinata a ristoranti e supermercati per prodotti relativi al “consumo immediato” e quindi cibi e bevande acquistati per essere consumati subito e che non richiedono ulteriori preparazioni, pasti pronti e snack come panini, insalate, cibi caldi e bevande acquistati in bar e ristoranti, ma anche nei supermercati.
Quello che viene notato è che i segmenti non commerciali della ristorazione stanno guadagnando quota di mercato, trasformando il panorama competitivo, poiché i consumatori cercano sempre più opzioni pronte al consumo non solo nei punti vendita tradizionali della ristorazione. Una evoluzione che vede il retail ridefinire il consumo immediato: i consumatori cercano prossimità e accessibilità, e le opzioni pronte al consumo (Rte, ovvero Ready-To-Eat), che spaziano da insalate e panini confezionati a pasti caldi come lasagne, paella e pollo arrosto, prodotti che sono sempre più disponibili in canali come supermercati, alimentari e stazioni di servizio. La ricerca di Circana mostra come i pasti pronti acquistati presso i retail, un tempo considerati un’opzione secondaria, stanno diventando concorrenti di bar e ristoranti. Nella ristorazione questo cambiamento fa crescere canali alternativi, inclusi i supermercati, mentre bar e ristoranti tradizionali stanno perdendo terreno. Questo accade soprattutto dal post-pandemia, da quando la prossimità e l’accesso veloce al cibo sono divenuti fattori chiave alla base del comportamento dei consumatori. La ristorazione commerciale ha visto la propria quota di mercato scendere dal 79% nel 2021 al 77% alla fine di giugno 2024, mentre i canali non commerciali come il retail hanno registrato una crescita, passando dal 21% al 23% nello stesso periodo.
Edurne Uranga, vicepresidente Foodservice Europe Circana, spiega che “i consumatori non sono più legati alle categorie tradizionali. Prendono decisioni basate sull’accessibilità, sul valore e sull’esperienza a prescindere che provengano da un ristorante a servizio veloce (Qsr) o dallo scaffale di pasti pronti di un supermercato”. L’integrazione tra retail e ristorazione si sta muovendo rapidamente con supermercati che ora offrono servizi di ristorazione con consumazione sul posto; inoltre, sono sempre più frequenti le collaborazioni tra marchi di catene di ristorazione e retailer. Altre innovazioni includono distributori automatici di prodotti da forno, salad bar e linee di cibi caldi, rendendo sempre più indefiniti i confini tra retail tradizionale e foodservice. In Europa la crescente domanda di opzioni Rte offre significative opportunità sia per i retailer che per i marchi della ristorazione. I retailer stanno traendo beneficio da questa tendenza espandendo la loro offerta di pasti freschi e pronti. Allo stesso tempo, le catene della ristorazione stanno esplorando nuovi modi per coinvolgere i clienti, incluse collaborazioni con retailer e lo sviluppo di proprie linee di prodotti Rte.
“I ristoranti quick service - prosegue Uranga - come McDonald’s, Burger King, Subway e O’Tacos, sono in una feroce competizione non solo tra loro, ma anche con i grandi marchi della grande distribuzione organizzata. Questi giganti del retail stanno diventando rivali formidabili, offrendo pasti convenienti che sfidano la ristorazione veloce tradizionale. È una battaglia per conquistare il palato del consumatore, dove entrambi i settori si contendono l’attenzione dei clienti affamati in cerca di accessibilità, varietà e valore”.
Negli ultimi sette anni, il consumo fuori casa nel canale retail è aumentato costantemente nella maggior parte dei paesi europei. I dati di giugno 2024, indicano la Francia con la percentuale più alta di spesa dei consumatori in questo canale pari al 6,8%, con una crescita del +17,5%. Il Regno Unito segue da vicino con una quota del 6,6%, mentre la Germania è al 5,8%, la Spagna al 4,2% e l’Italia al 3,5%. I consumatori stanno abbracciando la nuova tendenza retail dei pasti Rte, specialmente per il pranzo che ha registrato, lo scorso anno, una crescita di quasi il 9% con i dati che evidenziano la crescente domanda dei consumatori per opzioni pronte e convenienti destinate al pranzo e agli spuntini.
E poi c’è il cambio di rotta dell’inflazione che vede una situazione per i consumatori che è cambiata. Negli ultimi due anni, l’inflazione nella grande distribuzione è stata significativamente più alta rispetto alla ristorazione, tuttavia, questa tendenza, si è ora invertita. Ciò potrebbe influenzare la percezione dei consumatori sui prezzi attuali di bar e ristoranti, e, potenzialmente, influenzare il loro comportamento d’acquisto. Di conseguenza, per l’industria della ristorazione, è fondamentale fornire il giusto valore aggiunto per mantenere l’interesse e la fedeltà dei consumatori.
Inoltre, con lo sfumare dei confini tra ristorazione e retail, i rivenditori stanno cercando di catturare le opportunità di consumo immediato, mentre bar e ristoranti guardano a quello domestico, un mercato tradizionalmente dominato dal retail. Per raggiungere questo obiettivo, i ristoranti stanno espandendo le loro offerte includendo takeaway, drive-thru e possibilità di consegna e questo permette loro di essere una scelta, non solo quando i consumatori mangiano in loco, ma anche quando consumano a casa: queste opzioni rappresentano il 43% della spesa totale nel settore foodservice, il 6% in più sui livelli pre-Covid.

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