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LA CURIOSITÀ

Legumi e pomodori, quando la Dieta mediterranea si scopre nella conserva

Dalle possibilità occupazionali all’importante impatto economico. Prodotti che sono stati al centro del tour “L’oro in bocca” by Agronetwork
AGRONETWORK, CONSERVE, Non Solo Vino
Conserve di verdure nella foto Freepik

Si aprono, si versano e con una semplice scaldata, e magari un piccolo arricchimento, sono già pronte per essere utilizzate. Le conserve vegetali sono una risorsa perché sono pratiche, “salva tempo” e sicuramente d’aiuto per tante possibilità in cucina. Tra le più utilizzate troviamo le conserve vegetali di pomodoro e legumi, prodotti salutari, tra i simboli della Dieta Mediterranea ma anche capaci di rinnovarsi e stare al passo con i tempi, dalla sostenibilità alla materia prima. Prodotti che sono stati al centro del tour “L’oro in bocca” by Agronetwork alla Stazione Sperimentale dell’Industria Conserve Alimentari di Angri (Salerno), format nato per promuovere le eccellenze del made in Italy agroalimentare e valorizzare il loro legame con i territori.
Oltre a rappresentare un simbolo della Dieta mediterranea, legumi e pomodori hanno un certo appeal non solo in Italia ma anche all’estero. Ogni anno nel Belpaese vengono prodotte 500.000 tonnellate di legumi. Il fatturato annuo ammonta a 1,1 miliardi di euro, di cui le esportazioni rappresentano quasi il 60% con 600 milioni. Il pomodoro invece genera un fatturato annuo di 4,4 miliardi di euro e sono oltre la metà, ben 2,4, quelli provenienti dall’export (per lo più passate e pelati). La Campania, regione che si conferma, anche quest’anno, al primo posto in Italia, per le esportazioni di prodotti alimentari, in volume, e, al secondo posto in valore, è il principale produttore di pomodoro con oltre 2 dei 5,5 milioni di tonnellate raccolti ogni anno. Anche in termini occupazionali il settore svolge un ruolo importante per il Paese, superando i 30.000 addetti (un terzo dipendenti fissi e i rimanenti stagionali). Nella sola Campania, il settore offre lavoro a 12.000 addetti .
Nel convegno, oltre al valore economico dei prodotti, si è parlato anche di quello nutrizionale. Come ha sottolineato il presidente Agronetwork, Sara Farnetti, specialista di medicina interna ed esperta in nutrizione funzionale, “i pomodori sono fonte di vitamina C e di potassio che è un buon alleato del cuore, e contengono carotenoidi, in particolare licopene, importante per la salute degli occhi, della pelle, delle mucose e associato anche alla prevenzione del cancro. I legumi sono fonte di proteine vegetali ed essendo ricchi di fibre aiutano a regolare i livelli di zuccheri nel sangue. Inoltre contengono diversi minerali e vitamine tra cui quelle del gruppo B, ferro, magnesio, zinco e potassio. Il vantaggio dei prodotti in scatola è che sono facili da conservare e da utilizzare in cucina. È importante tuttavia prestare attenzione alla qualità del packaging e al contenuto di sale. È possibile cercare versioni a basso contenuto di sodio o semplicemente sciacquare i legumi in lattina prima dell’uso”.
I prodotti conservieri, come pomodoro e legumi, sono anche in grado di innovarsi costantemente, come testimoniato dall’intervento di Alfredo Cella, R&S Eviosys Italia in merito ai grandi progressi ottenuti recentemente nel packaging per realizzare confezioni in metallo che siano ecosostenibili, riciclabili, facilmente immagazzinabili e leggere da trasportare (-30% del peso rispetto a 30 anni fa). La sostenibilità dei prodotti alimentari è un requisito a cui i consumatori, e soprattutto le aziende agroalimentari italiane, prestano sempre più attenzione e per il quale si investono ogni anno importanti risorse in ricerca e sviluppo. Per i pomodori, “oro rosso” del Belpaese, Annibale Pancrazio, Ceo Pancrazio Spa, azienda di Cava de’ Tirreni con oltre 90 anni di storia, “la produzione nel 2023 ha risentito del maltempo della scorsa primavera: abbiamo registrato un 10% in meno sul 2022”. Ma, anche per questo prodotto, non mancano le innovazioni, dall’imballaggio al contenuto come dimostra il contenuto di sale, diminuito dal 2% allo 0,2%. “Trent’anni fa il pomodorino e il datterino non venivano utilizzati e i pelati si facevano solo con il San Marzano, invece ora ci sono diverse tipologie di prodotto in grado di resistere a stress atmosferici e di trasporto e capaci di soddisfare le diverse richieste dei consumatori”. Sulla stessa lunghezza d’onda Fabrizio Marzano, presidente Confagricoltura Campania: “è indispensabile che i produttori di pomodoro, i trasformatori e la distribuzione si adeguino alle nuove esigenze dei consumatori, sia in termini quantitativi che qualitativi, per raggiungere i risultati economici desiderati. Non bisogna dimenticare l’obiettivo per il quale tutti noi lavoriamo, e cioè per un prodotto che incontri la preferenza del consumatore”.

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