Negli agriturismi italiani è tornato a splendere il sole. Con l’inizio della stagione autunnale è tempo di fare un bilancio per i mesi estivi appena trascorsi e la notizia è che le presenze hanno superato quelle del pre-pandemia, un segnale che dimostra come i turisti desiderano sempre di più il contatto con la natura, il relax e gli spazi meno affollati. Negli oltre 24.000 agriturismi italiani si è registrato un massiccio flusso dal Nord Europa ma anche il ritorno degli americani e la crescita della presenza di turisti dall’Est. Il bicchiere però non è tutto pieno ed a frenare gli entusiasmi è arrivato l’aumento esponenziale dei costi con le bollette triplicate in un anno, i costi di Gpl per le cucine, carta e vetro più che raddoppiati, senza dimenticare la grande impennata (dal 200 al 300%) per i costi delle altre materie prime. Come tutte le attività imprenditoriali, quella dell’ospitalità nelle aziende agricole si confronta costantemente con il mercato e subisce le ripercussioni dell’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, della guerra in Ucraina, ma anche della grave e prolungata carenza idrica. Nonostante questo in molti hanno deciso di non aumentare i prezzi o di ritoccarli solo lievemente. Una scelta che, a parere di Agriturist, ha decisamente premiato l’ospitalità nelle aziende agricole e la riscoperta della parte agricola del turismo.
“Gli agriturismi, per essere tali, hanno alle spalle delle aziende agricole - sottolinea Augusto Congionti, presidente Agriturist (Confagricoltura) -. L’ospitalità è attività accessoria alle imprese, che sono doppiamente penalizzate dall’impennata dei costi. Il bilancio complessivo dell’estate è molto positivo: le presenze, in particolare degli stranieri, hanno fatto raggiungere punte del tutto esaurito. Per le strutture con ristorante e piscina gli aumenti sono stati così forti che, paradossalmente, abbiamo lavorato di più, incassando di più, ma guadagnando di meno”.
Nella indagine di Agriturist sulle singole regioni, spicca il dato della Liguria con quasi il tutto esaurito (presenze al 98%) ad agosto e un ottimo settembre con richieste anche per ottobre e prenotazioni straniere per il 2023. In Piemonte si è riscontrato, in generale, un miglioramento delle presenze che si è tradotto in un buon andamento complessivo con le percentuali tra italiani ed europei, francesi in primis, in parità. Recuperate e, in alcuni casi superate, le presenze degli anni pre pandemici. Ottima annata in Lombardia, anche rispetto al 2019, frenata però dagli aumenti dell’energia e delle materie prime. Fondamentale la riscoperta della parte agricola del turismo, con le attività legate alla viticoltura, ai frantoi e ai caseifici.
Prima estate di netta ripresa in Veneto dove si calcola una crescita di presenze del 20% rispetto al 2018-2019 (ultimi anni di riferimento utili) per la maggior parte di stranieri con i tedeschi in maggioranza. Stagione estremamente favorevole in Toscana (ottimo il mese di settembre), nonostante gli inaspettati momenti di blocco tra fine luglio e i primi giorni d’agosto. Grande ritorno dei turisti dal Nord Europa (+10%), che hanno scelto di viaggiare prevalentemente in auto; positivo, in generale, anche il rientro degli americani. Premiate, in particolare, le strutture vicine alla costa mentre è diminuita la presenza degli italiani.
In Umbria pienamente recuperati i numeri pre pandemia, con l’aumento della durata del soggiorno degli italiani. Tra gli stranieri, al top Germania e Olanda, ritornano i turisti americani.
Record di presenze negli agriturismi in Emilia Romagna, +10-15% sul periodo pre Covid. Primato degli ospiti francesi che hanno raggiunto quasi il 30%, forte la presenza dall’Est Europa, tra cui anche i russi. Apprezzati particolarmente i percorsi enogastronomici in cantine, caseifici e salumifici.
Anche nelle Marche presenze finalmente ai livelli precedenti il periodo pandemico per gli ospiti italiani. Rispetto alle due annate precedenti sono anche cresciuti gli stranieri, provenienti in prevalenza da Olanda, Francia, Belgio e Germania, che hanno raggiunto il 30/60%. In controtendenza invece il Lazio, che pur registrando un incremento degli stranieri (+15%) e della durata dei soggiorni (+10%), in stagione estiva rileva una riduzione delle presenze, in media del 17%, sul 2021, grazie alla possibilità di raggiungere nuovamente mete estere. Unica eccezione gli agriturismi collocati in prossimità del mare.
Giugno, luglio ed agosto positivi in Abruzzo (+6%), rispetto allo scorso anno con vacanze più lunghe: tra una settimana e quindici giorni. Nel confronto tra l’estate 2019 e quella 2022, l'incremento delle presenze si può attestare intorno al 25%.
Estate molto positiva per gli agriturismi in Campania: +25% le presenze italiane, +35% per gli stranieri, per una durata media del soggiorno di tre giorni. Particolarmente gettonata la costiera Sorrentina, Amalfitana e Cilentana, boom di presenze a settembre. Meno afflusso del 2021 in Puglia ma rispetto al 2019 le strutture hanno registrato un +10% con gli agriturismi vicino al mare particolarmente richiesti ed il ritorno degli stranieri che è stato importante. La Calabria registra il +50% di presenze sul 2021 (70% italiani e 30% stranieri). Ancora non pienamente recuperate le presenze pre pandemia, mentre i soggiorni si sono ridotti mediamente a tre giorni. Buono l’andamento turistico nel mese di settembre, che vede un incremento del turismo internazionale del 50% in confronto allo scorso anno, con strutture occupate al 60%.
Gli agriturismi in Sicilia per la stagione estiva, da maggio a settembre, sommano un +52% sul 2021. Nelle strutture si è registrato il 60% di stranieri provenienti, prevalentemente, dalla Germania, dalla Gran Bretagna, dalla Francia e da Malta mentre ci sono aspettative anche per la stagione autunnale che esercita un grande richiamo sia in Italia che all’estero per il clima ancora mite.
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