L’Italia, quando si parla di “oro rosso”, può ancora essere definita una potenza, conservando la leadership europea, ma perdendo terreno rispetto alle prime due zone produttive, California e Cina. Allo stesso tempo, accanto ad un aumento dei prezzi nelle fasi della filiera, che poi si trasferisce al consumatore, si nota anche un cambiamento dei gusti del consumatore, dettato anche dalle esigenze della vita di tutti i giorni con un aumento dell’attenzione verso i sughi pronti che recuperano terreno sulle classiche passate, al primo posto nel settore delle conserve di pomodoro.
Nel focus, a gennaio 2024, che Ismea ha dedicato alle conserve di pomodoro, si nota come il prodotto (base essenziale per condire, ad esempio, le “universali” pizza e pasta) sia in crescita con la produzione mondiale di pomodoro da industria stimata, nel 2023, in oltre 44 milioni di tonnellate, in aumento del 16% su base annua e del 15% sul dato medio del triennio 2020-2022. L’incremento della produzione mondiale è frutto soprattutto della crescita registrata dai primi due paesi produttori: Usa e Cina. I Paesi del bacino mediterraneo registrano un aumento produttivo soprattutto grazie a Turchia, Spagna e Algeria mentre è stabile la produzione dell’Italia (-1%) che si conferma al terzo posto tra i produttori mondiali (era seconda nel 2021, ndr) con 5,4 milioni di tonnellate di produzione di pomodoro da industria (12% del totale mondiale), contro gli 8 milioni della Cina e gli 11,45 della California. La superficie investita a pomodoro da industria nel 2023 ammontava a 68.500 ettari con un incremento rispetto al 2022 del 5%, sia al Nord Italia sia al Centro-Sud.
Eventi climatici estremi, e in generale un clima non favorevole, hanno determinato un calo della resa produttiva per ettaro sia sul 2022 sia rispetto al dato medio dell’ultimo triennio (la campagna di trasformazione si è chiusa al Nord con un -3% su base annua mentre al Centro-Sud con un incremento dello 0,5%); le consegne di pomodoro all’industria di trasformazione sono ammontate a 2,8 milioni di tonnellate. I prezzi, nell’ultimo anno, sono aumentati, a causa di concimi e prodotti energetici che hanno determinato l’aumento del prezzo del pomodoro fresco, un incremento che si è trasferito alla fase distributiva ed alla vendita all’ingrosso e al dettaglio. La campagna commerciale 2022/23 si è, comunque, chiusa con un nuovo record per il saldo della bilancia commerciale italiana che ha superato il tetto dei 2,5 miliardi di euro, grazie alle esportazioni per 2.820 milioni di euro. Aumentati anche gli acquisti al dettaglio di conserve di pomodoro (+1,6%) sulla campagna precedente, mentre l’aumento dei listini medi (+22% su base annua) ha determinato il forte incremento della spesa (+24%). Per le prospettive, la campagna 2023/24 sarà influenzata da un’offerta mondiale abbondante che determinerà una flessione dei prezzi internazionali dei semilavorati, in particolare del concentrato di pomodoro. I prezzi dei prodotti finiti soprattutto dei prodotti a maggiore valore aggiunto come pelati, passate e sughi pronti non dovrebbero risentire della flessione dei listini internazionali, spiega Ismea. Guardando all’Italia, il numero di pasti fuori casa dovrebbe aumentare, fattore che può stabilizzare degli acquisti al dettaglio e incrementare la domanda da parte del canale della ristorazione, trainata anche dall’aumento dei flussi turistici anche se non va sottovalutata la questione delle tensioni internazionali.
Ma che tipo di conserve acquistiamo? Le passate e le polpe si prendono i tre quarti dei quantitativi e il 55% della spesa complessiva. A seguire, tra i prodotti più venduti, troviamo i sughi pronti (12% dei volumi e il 28% della spesa) e i pomodori pelati (10% degli acquisti e 8% della spesa). Nelle vendite al dettaglio viene riscontrato un aumento degli acquisti sul 2021/22 (+1,6%), ma in calo sul dato medio delle ultime tre campagne (-3,6%) che erano state dominate da volumi di vendita eccezionali per l’aumento dei pasti preparati in casa, dovuti all’emergenza Covid. Per le conserve di pomodoro biologiche certificate che in Italia valgono il 4% delle vendite complessive, nel 2022/2023, c’è stata una ripresa delle vendite sulla campagna precedente (+6,7%) a fronte di un aumento dei prezzi medi del’11%, trend che riporta al periodo pre-pandemia. Nel bacino produttivo del Nord Italia, la resa in campo del pomodoro biologico è stata molto inferiore nei confronti della resa media del quinquennio, ovvero 474 quintali per ettaro sul dato medio storico di 629 quintali per ettaro.
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