Un carrello della spesa che si fa più caro nonostante il trend generale di segno opposto. A maggio 2025, secondo le stime preliminari pubblicate dall’Istat, l’inflazione scende all’1,7% dall’1,9% di aprile. Un rallentamento che risente anche della decelerazione per i prezzi degli alimentari non lavorati (+3,7% da +4,2%) ovvero i beni alimentari non trasformati (come la carne fresca, il pesce fresco, la frutta e la verdura fresca). Al contrario, un sostegno alla dinamica dell’inflazione è arrivato dalla decisa accelerazione dei prezzi degli alimentari lavorati (+3,2% da +2,2%) che sono i beni alimentari destinati al consumo finale, frutto di un processo di trasformazione industriale (come, ad esempio, i succhi di frutta, gli insaccati e i prodotti surgelati).
I prezzi dei beni alimentari evidenziano un profilo tendenziale in accelerazione (da +3,0% a +3,4%; +0,8% su aprile), che risente delle tensioni sui prezzi degli alimentari lavorati (da +2,2% a +3,2% il tasso tendenziale; +0,8% su aprile). La componente degli alimentari non lavorati, al contrario, decelera (da +4,2% a +3,7%; +0,9% su aprile), per effetto sia dei prezzi dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +6,5% a +3,0%; -2,2% su aprile) sia di quelli di frutta fresca o refrigerata, nonostante il consistente aumento su base mensile (da +4,8% a +4,4%; +5,8% su aprile), riporta l’Istat.
Se il dato generale si stabilizza, le famiglie continuano, invece, a fare i conti con un aumento dei prezzi nel carrello della spesa: alimentari, prodotti per la casa e per la cura della persona sono saliti del 3,1% su maggio 2023, in accelerazione sul +2,6% di aprile, ha spiegato la Confcommercio nel commentare le stime preliminari Istat. Il rallentamento dell’inflazione si lega soprattutto al calo dei prezzi dell’energia. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, “l’azzeramento dall’inflazione congiunturale a maggio è un ulteriore testimonianza del buon funzionamento del sistema produzione, ingrosso, distribuzione dei beni e dei servizi finali. Permangono gravi indizi d’incertezza, ma, nel complesso, si può ben sperare per il prosieguo dell’anno, attraverso il consolidarsi dei positivi segnali emersi sul versante della fiducia che si tradurrebbe nella riattivazione del normale circuito reddito-consumi”.
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