Dopo un lungo periodo di crescita, i fine wine italiani tirano, comprensibilmente, il fiato. Come emerge dai dati aggiornati alla fine di maggio del Liv-ex, infatti, mentre il Fine Wine 1000, ossia l’indice che riunisce tutti i sotto indici regionali, cresce dello 0,76% su aprile, l’Italy 100 - che comprende le ultime dieci annate in commercio di Barbaresco Gaja (2008-2017), Sorì San Lorenzo Gaja (2007-2017, ad eccezione della 2012), Sperss Gaja (2006-2016, ad eccezione della 2012), Barolo Riserva Monfortino Giacomo Conterno (2000-2014, ad eccezione della 2003, 2007, 2011 e 2012), Masseto (2008-2017), Ornellaia (2008-2017), Sassicaia (2008-2017), Solaia (2008-2017), Sangiovese di Toscana Soldera - Case Basse (2006-2015) e Tignanello (2008-2017) - perde lo 0,10%. Da inizio anno, comunque, l’indice dedicato al top dei vini italiani ha guadagnato l’1,96%, meno di tutti gli altri.
Il Liv-ex Fine Wine 100, che raggruppa le 100 etichette più scambiate del momento, tra cui Barolo 2014 Bartolo Mascarello, Barolo Villero 2013 Brovia, Sperss 2013 Gaja, Barolo Riserva Monfortino 2010 Giacomo Conterno, Masseto 2014 e 2015, Ornellaia 2013 e 2015, Sassicaia 2014, 2015 e 2016, Solaia 2015 e Tignanello 2015 e 2016, da inizio anno ha guadagnato il 5,10%, e nell’ultimo mese ha fatto segnare un +0,72%. Il mese di maggio, nel complesso, non ha registrato grandi exploit, se non quello del Rest of the World 60, che segna il +3,06%, e dello Champagne (+2,12%). In territorio positivo tutti gli altri, dal Liv-ex Bordeaux 500 (+0,41%) al Bordeaux Legends 40 (+0,94%), dal Burgundy 150 (+0,40%) al Rhone 100 (+0,04%). Dall’inizio 2021, così, il Liv-ex fine Wine 1000 segna una crescita del 4,58%, il Liv-ex Bordeaux 500 il +3,20%, il Bordeaux Legends 40 il +3,99%, il Burgundy 150 il +6,62% (che fanno della Borgogna il territorio più preformante sul mercato secondario dei fine wine), lo Champagne 50 il +4,94%, il Rhone 100 il +4,41%, e il Rest of the World 60 il +6,47%.
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