Non è un declino, ma una secca frenata, ampiamente prevista, dopo un lungo periodo di enorme crescita. Il mercato secondario dei fine wine, come raccontano i dati sul mese di febbraio del Liv-ex 1000 - l’indice di riferimento per chi investe nel vino, che monitora l’andamento di migliaia di etichette da tutto il mondo - segna il suo quarto mese consecutivo in calo: -0,8%. Prende forma, così, lo scenario disegnato dal bilancio di fine 2022 (qui), segnato da un diffuso pessimismo tra i membri del Liv-ex: è difficilissimo per certi territori e certe etichette, arrivate a prezzi altissimi, continuare a crescere e garantire ulteriori margini, specie in un contesto economico complicato, segnato da inflazione, sfiducia dei consumatori, incertezza.
Da ottobre 2022, l’indice ha perso il 2,6%, ma a febbraio c’è comunque un sottoindice capace di andare in direzione contraria: l’Italy 100 - che raccoglie le ultime dieci annate in commercio di Barolo Bartolo Mascarello, Barbaresco Gaja, Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno, Masseto e Ornellaia di Frescobaldi, Sassicaia Tenuta San Guido, Solaia e Tignanello di Antinori, Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva Bruno Giacosa e Flaccianello della Pieve Fontodi - ha segnato una crescita del +1,1%. Merito essenzialmente dei piemontesi, con le ottime performance di Gaja Barbaresco 2015 (+17,4%) e 2011 (+13,2%), Bartolo Mascarello Barolo 2010 (+13,6%) e Giacomo Conterno Barolo Monfortino Riserva 2010 (+11,7%).
Dall’altra parte, il dato peggiore è quello del Burgundy 150, che perde il 2,1%, confermando ciò che molti analisti vanno dicendo da tempo: la crescita degli ultimi due anni è stata talmente rapida che un riassestamento delle quotazioni, oggi, era inevitabile. Male anche il Rhone 100, che segna un calo dell’1,8%, mentre lo Champagne 50, protagonista positivo del 2022 dei fine wine, dopo tre mesi consecutivi da peggior indice, limita le perdite ad un -0,5%, tenuto a galla dai forti recuperi di Bollinger La Grande Annee 2014 (+11,1%), Jacques Selosse Millesime 2009 (+10,1%), Louis Roederer Cristal Rosé 2008 (6,9%) e Dom Perignon 2005 (+6,8%).
Torna in territorio positivo il Liv-ex 100, che analizza l’andamento dei prezzi dei 100 vini più ricercati sul mercato secondario (tra cui il Barolo 2016 di Bartolo Mascarello, il Barbaresco 2018 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2013 e 2014 di Giacomo Conterno, il Masseto 2016 e 2017 e l’Ornellaia 2018 di Frescobaldi, il Brunello di Montalcino 2016 di Poggio di Sotto, il Sassicaia 2016, 2017 e 2018 di Tenuta San Guido, il Solaia 2018 ed il Tignanello 2016 e 2018 di Antinori e le new entry Redigaffi 2019 Tua Rita e Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2016 Bruno Giacosa), in crescita a febbraio 2023 dello 0,4%.
Anche sul Liv-ex 100, tra le performance migliori ci sono quelle delle etichette italiane: Tignanello 2019 (+4,7%), Masseto 2018 (+4,5%) e Sassicaia 2019 (+2,8%). Meglio hanno fatto Bollinger La Grande Année 2014 (+11,1%), Harlan Estate Napa Valley (+9,9%), Domaine de la Romanée-Conti Richebourg Grand Cru (+9,1%), Penfolds Grange (+8%) e Domaine Armand Rousseau Chambertin-Clos de Beze (+7,8%).
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