Dagli Orti di Via Padova e del circolo Legambiente Reteambiente a Milano all’orto-giardino curato dall’associazione culturale Variante Bunker con gli abitanti di Torino, dagli orti del Podere San Ludovico coltivati dai cittadini alle porte di Bologna agli appezzamenti di terra del circolo Legambiente “Ken Saro Wiwa” in uno dei quartieri tra i più popolosi di Potenza, Macchia Romana, le api “sentinelle” dell’ambiente che qui abitano in alveari speciali dicono che in queste città i pesticidi non superano in generale la soglia critica, ad eccezione di tracce di glifosate a Milano e Bologna, ma che sono più contaminate, invece, soprattutto Bologna e Potenza, per la presenza di metalli pesanti. Ecco i risultati 2017-2018 del progetto di biomonitoraggio ambientale “Api e Orti Urbani” promosso da Conapi-Mielizia e Legambiente e mutuato dall’esperienza di Claudio Porrini, tecnico del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (Distal) dell’Università di Bologna, con lo scopo di valorizzare il ruolo dell’ape in città come agente impollinatore delle piante spontanee e coltivate e le sue performance di bioindicatore ambientale e dello stato di salute dell’ambiente in cui viviamo, presentati oggi a Fico Eataly World a Bologna.
Dall’estate all’autunno, gli alveari di città sono stati controllati con rilievi, prelievi e analisi di laboratorio per valutare lo stato di salute dell’ambiente circostante. Il conteggio delle api morte, necessario per rilevare eventuali mortalità anomale dovute ad avvelenamenti da pesticidi, è stato eseguito settimanalmente utilizzando le gabbie underbasket, mentre in due momenti dell’anno - estate e autunno - sono stati prelevati campioni di api “bottinatrici” e di miele “giovane” (non “maturo”, e quindi non destinato all’alimentazione) per effettuare analisi finalizzate ad individuare residui di pesticidi e metalli pesanti. Nel periodo dell’indagine, il livello di mortalità delle api non ha mai superato la soglia critica e quindi non è stato necessario procedere all’analisi chimica delle api morte. Invece, l’esame dei residui sui campioni di api “bottinatrici” vive e di miele “giovane”, per individuare eventuali pesticidi a dosi sub-letali per le api, ha messo in evidenza, rispetto agli oltre 400 principi attivi ricercati, solo la presenza di tracce di glifosate a Milano nel 2017 e a Bologna nel 2018. Tra i 10 metalli pesanti ricercati, i più riscontrati sono stati cromo, vanadio, nichel e ferro, seguiti da piombo, rame e zinco. In generale, il 38,15% delle determinazioni analitiche mostrava valori più bassi rispetto a quelli di riferimento, mentre il 35,19% mostrava valori superiori. Il 26,67% rimanente si è collocato a un livello intermedio. In generale Milano e Torino sono risultate più contaminate rispetto a Bologna e Potenza, anche se occorre considerare che in queste due ultime città gli orti oggetto dell’indagine erano situati in periferia.
Nel progetto “BeeKaeser”, condotto solo nel 2017 in una ventina di località sparse in tutto il territorio nazionale in prossimità di officine e punti vendita Kaeser, compagnia tedesca specializzata in compressori di alta qualità dell’aria, sono stati riscontrati alcuni valori di piombo e nichel più elevati della norma anche in piccoli centri cittadini. In ogni caso, nella maggior parte dei casi, i livelli rinvenuti non solo erano inferiori ai valori di riferimento, ma anche al Loq (Limite di Quantificazione).
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