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EFFETTO SICCITÀ

Meno quantità, più qualità: la produzione italiana di frumento duro supera 3,5 milioni di tonnellate

Il quantitativo 2024, registra un calo dei volumi del 15% per Italmopa, l’Associazione industriali mugnai d’Italia. Puglia prima regione
FRUMENTO, GRANO DURO ITALIANO, ITALMOPA, PASTA, PUGLIA, SICCITA', Non Solo Vino
La pasta è un simbolo della cucina italiana (ph: Churchill 1795 by Flavia Fiengo)

L’Italia è la patria della pasta, e, anche se non basta per l’intero fabbisogno nazionale, il grano duro è uno dei prodotti più importanti per l’agricoltura del Belpaese. E, per la nuova annata, non ci sono notizie ottime a livello qualitativo, ma almeno sul valore della produzione c’è soddisfazione. La produzione nazionale 2024 di frumento duro, infatti, fa registrare un calo dei volumi del 15% sul 203 per un totale di 3.515.000 tonnellate, ma la qualità sarà ottima. Lo fa sapere Italmopa, Associazione industriali mugnai d’Italia, presentando i risultati quanti-qualitativi del nuovo raccolto nazionale.
“L’andamento climatico - ha spiegato Vincenzo Martinelli, presidente della sezione Molini a frumento duro Italmopa - con condizioni particolarmente siccitose in alcuni dei principali areali produttivi del Sud ha determinato una forte riduzione delle rese
, con conseguente calo dei livelli di produzione particolarmente marcato in Sicilia, ma anche, seppur in misura minore, in Puglia e in Basilicata. Situazione migliore nelle altre Regioni, in particolare nel Centro-Nord del Paese”.
Entrando nel dettaglio delle regioni, la Puglia, con una produzione stimata di 690.000 tonnellate, precede le Marche (550.000 tonnellate) e l’Emilia Romagna (che arriva a 500.000 tonnellate), mentre la Sicilia (alle prese con una forte siccità, ndr) che nel 2023 rappresentava il principale bacino di produzione, è adesso la quarta regione per volume produttivo (380.000 tonnellate).
Per quanto riguarda la qualità della produzione viene riscontrato un importante miglioramento dopo i risultati particolarmente deludenti registrati nel 2023. Tutti i principali parametri, dal tenore proteico al peso ettolitrico, possono essere considerati largamente soddisfacenti. L’industria molitoria italiana, ha ricordato Italmopa, trasforma annualmente quasi 6 milioni di tonnellate di frumento duro per la produzione di semole destinate essenzialmente alla produzione di pasta, ma anche al pane, ad uso domestico o per l’esportazione.

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