Il 2008 potrebbe segnare una svolta nell’andamento delle importazioni vinicole Usa ed interrompere la fase positiva di cui godevano da diversi anni. Lo comunica l’Italian Wine & Food Institute, che spiega che, in questo avvio 2008 (i dati sono al 31 gennaio 2008), “per la prima volta dal 2000 si è avuta una riduzione del 6,7%, nel totale complessivo delle importazioni vinicole Usa che, negli ultimi 8 anni, erano invece progressivamente aumentate.
Secondo il presidente dell’Italian Wine & Food Institute Lucio Caputo “questa riduzione è stata essenzialmente provocata dal rallentamento della fase espansionistica delle esportazioni australiane, diminuite dell’11,7% e dalla contemporanea contrazione delle esportazioni europee, che continuano a pesantemente risentire dell’aumento dei prezzi conseguente al costante rafforzamento dell’euro”.
Ad ulteriore conferma di questa tendenza è l’aumento del 3,3% nel valore complessivo delle importazioni Usa conseguente al continuo apprezzamento dell’euro che è comunque la principale causa penalizzante delle importazioni dall’area dell’euro.
Un altro fattore di particolare rilevanza è costituito, sempre secondo Caputo, dal fatto che l’accennata contrazione delle esportazioni australiane (-11,7% in quantità e -7,4% in valore) avviene, nel primo mese dell’anno, che è quello nel quale tradizionalmente l’Australia, anche per l’inversa situazione delle stagioni, esporta di più verso gli Stati Uniti.
L’Australia, nonostante la contrazione delle sue esportazioni, scalza tuttavia, anche se, secondo Caputo, solo provvisoriamente, l’Italia dal primo posto nella classifica dei principali paesi fornitori del mercato statunitense nei quantitativi. L’talia (-2% in quantità e +0,7% in valore) continua a mantenere, invece, il primo posto in valore anche se tale primato è solo causato dallo sfavorevole tasso di cambio dollaro-euro che rende più cari i vini italiani senza alcun pratico vantaggio nè per il Paese nè per i produttori.
Gli effetti negativi dell’euro raggiungono comunque l’apice nelle esportazioni francesi che diminuiscono di ben il 18,4% in quantità ed aumentano di ben il 25% in valore facendo raggiungere ai vini francesi, grazie all’euro, un costo medio per litro senza precedenti causando al contempo gravi perdite di mercato. Continua, invece, l’espansione dei vini argentini che hanno acquistato un ruolo di grande rilevanza sul mercato statunitense grazie al loro bassissimo costo.
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