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TERRA MADRE SALONE DEL GUSTO

Miguel Altieri, pioniere dell’agroecologia: “una scienza per sperare in un mondo diverso”

Il professore cileno all’evento di Slow Food: “dobbiamo bypassare l’economia di mercato capitalista”. Mano tesa della Chiocciola con le Farms

“L’agroecologia è la speranza di un mondo diverso, capace di affrontare le crisi climatiche ed economiche. Un sistema solidale tra produttori e consumatori, che io chiamo “bypass”, cioè capace di andare oltre all’economia di mercato, basato sulla solidarietà, e che si espande senza inseguire le logiche del capitalismo”. Parola di Miguel Altieri, professore all’Università della California di Berkeley e coordinatore generale del Programma dell’agricoltura sostenibile delle Nazioni Unite e consulente tecnico del Consorzio latinoamericano di agroecologia e sviluppo, uno degli ospiti più attesi e acclamati dal pubblico presente al Terra Madre Salone del Gusto a Torino (26-30 settembre), l’evento mondiale di Slow Food dedicato al cibo buono, pulito e giusto.
Sia nel panel “Agroecologia: l’agricoltura dalla parte della natura” che ai microfoni di WineNews (l’intervista video nei prossimi giorni, ndr), Altieri ha spiegato il suo concetto di agroecologia, una scienza nella quale crede e punta molto: “i principi fondanti sono diversità, sinergia, efficienza, riciclo degli scarti, attivazione della biologia del suolo, e ci sono tante strade per compiere questo percorso - ha detto - è importante perché è l’unica via che abbiamo per produrre cibo, che possa proteggere e conservare la natura, e resistere al cambiamento climatico”.
Altieri è un pioniere dell’agroecologia, da anni ne studia le potenzialità: è l’arte del mettere a frutto la biodiversità, cogliere e sfruttare le funzioni degli organismi viventi per migliorare il sistema produttivo. Se nei sistemi convenzionali si ricorre a input esterni, come fertilizzanti e pesticidi, allora l’agroecologia promuove la rotazione colturale, le consociazioni, le varietà autoctone, le concimazioni organiche, il pascolamento, l’allevamento free range: “noi promuoviamo la sovranità alimentare, più diritti e meno costi per gli agricoltori. Un paradigma che si distanzia molto dai regimi tecnologici delle corporation e dall’agricoltura industriale:. Come difendersi? Dobbiamo fare leva sulla conoscenza e l’esperienza di chi coltiva la terra. Serve un sistema alternativo in cui gli agricoltori non possono essere cooptati dal potere dominante. Dobbiamo dare una nuova spinta e favorire l’integrazione tra stakeholder per un sistema produttivo, salubre e corretto”. In un mondo in cui si va sempre più verso l’urbanizzazione e in cui i giovani fuggono dalle campagne, è necessario fare cultura: “l’agroecologia è un’idea che si concretizza a livello locale - ha spiegato - e nonostante i sistemi economici mondiali ci siano avversi, noi dobbiamo creare degli spazi di speranza in cui credere. L’obiettivo è essere il faro da illuminare per incamminare il sentiero del futuro. Questi sono i progetti da coltivare”.
Una filosofia e un concetto di vita che sposa appieno i principi di Slow Food che, anche prendendo spunto dall’idea di Altieri, ha sviluppato le Farms, la recente iniziativa della Chiocciola che riunisce tutte quelle aziende agricole che coltivano secondo i principi agroecologici: “abbiamo creato una rete molto potente e crediamo che adesso, oltre alla promozione, sia arrivato anche il momento di fare sistema - ha spiegato il presidente di Slow Food, Edward Mukiibi- se vogliamo sostenere le economie locali dobbiamo sostenere gli agricoltori, sia a livello tecnico che politico. Le nostre Farms possono essere centri di istruzione e apprendimento per sostenere il movimento dell’agroecologia nel mondo. Le aziende agricole infatti, oltre al nutrimento devono portare anche la conoscenza e allo stesso tempo le Farms non devono solo produrre cibo, ma creare anche dialogo”.
Morgan Ody, coordinatrice generale di La Via Campesina International, ha ribadito la necessità di “produrre con la gente attraverso la gente” anche attraverso una più equa redistribuzione della terra. Poi l’intervento di Mariama Sonco, coordinatrice nazionale di “Nous sommes la solution”, un movimento di donne rurali per la sovranità alimentare: “siamo chiamati, insieme ai giovani, a svolgere un ruolo importante, ma ci serve maggiore sostegno. Le Farms agroecologiche ci permettono di promuovere questo stile di vita a livello mondiale”. In chiusura anche le parole di Francesco Sottile, docente di Agronomia all’Università di Palermo e membro del board di Slow Food Internazional: “il continuo correre dietro a modelli tecnologici garantiti dall’innovazione e dal progresso delle conoscenze scientifiche non è la risposta su cui fondare il futuro del pianeta - ha detto - i vecchi e i nuovi Ogm, ad esempio, non sono in grado di affrontare le sfide agroalimentari di oggi, ma sono solo il tentativo maldestro di far credere che la soluzione sia a portata di mano nascondendo, invece, gli interessi industriali in ogni pezzo della catena agroalimentare, laddove il cibo perde identità e diventa mero profitto”.

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