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IL NUOVO REGOLAMENTO COMUNALE

Milano, stop al fumo all’aperto anche nei dehors. Confcommercio: “penalizzati i pubblici esercizi”

Dal 1 gennaio multe fino a 240 euro per chi si accende una sigaretta per strada o nei tavolini fuori da bar e ristoranti
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Milano, stop al fumo all’aperto anche nei bar e ristoranti

Quando a Milano scatterà la mezzanotte tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, si festeggerà e si brinderà come da tradizione al nuovo anno che è arrivato, ma i fumatori che si troveranno in quel momento per strada o nel dehor di un pubblico esercizio faranno anche i conti con il primo divieto del 2025: quello che proibisce di fumare all’aperto. Il nuovo regolamento comunale, fortemente voluto dalla giunta del sindaco Giuseppe Sala, entrerà in vigore proprio a Capodanno stabilendo l’impossibilità - pena multe fino a 240 euro - di fumare in tutte le aree pubbliche o a uso pubblico all’aperto, tra cui dehors e tavolini all’aperto di bar e ristoranti, ad eccezione delle aree isolate in cui è possibile rispettare la distanza di 10 metri da altre persone.
Una misura che va a integrare quanto già imposto dalla stessa amministrazione nel 2021 (sebbene con scarsi controlli, ndr) quando fu sancito il divieto di fumo in alcune aree specifiche, come le fermate dei mezzi pubblici, gli impianti sportivi, i parchi e in generale le aree verdi o destinate ai giochi. Una sorta di legge Sirchia 2.0, la norma del 2003 che ha vietato il fumo nei locali chiusi, e che anche stavolta non piace neanche un po’ a ristoratori e proprietari di bar. Il divieto, per ora riguarda, solo i prodotti del tabacco, mentre è ammesso l’utilizzo di sigarette elettroniche (e-cig). I dehors sono stati inclusi proprio perché in questi luoghi le concentrazioni dei vapori del fumo possono raggiungere livelli molto alti.
“Il provvedimento contro il fumo all’aperto sembra richiamare, per impostazione, quello della chiusura delle porte dei negozi, una battaglia ideologica superata dall’evidenza dei dati”, tuona il segretario generale della Confcommercio di Milano, Marco Barbieri, facendo riferimento alla polemica sulle porte delle varie attività che restano aperte e che provocherebbero un più elevato consumo di energia per il riscaldamento. Di contro, i commercianti rispondono che se ne consumerebbe di più aprendo e chiudendo continuamente. “Sarebbe opportuno - prosegue - considerare l’importanza di un approccio educativo, piuttosto che limitarsi a introdurre ulteriori restrizioni che, ai fini pratici, avrebbero ripercussioni economiche negative sui pubblici esercizi e nessun effetto sui fumatori” .
Fumatori che in Italia oggi sono 12 milioni, con 93.000 decessi all’anno collegati al fumo di sigaretta, che, secondo i dati di Arpa Lombardia, è responsabile del 7% delle emissioni di polveri sottili: “stiamo parlando, quindi, di un provvedimento che vuole essere un’azione concreta di cui potranno beneficiare tutti, sia in termini di salute personale che di benessere generale - ha spiegato l’assessore all’Ambiente del Comune di Milano, Elena Grandi - i comportamenti dei singoli possono fare la differenza e contribuire al miglioramento della qualità dell’aria della nostra città, quindi, da fumatrice, sarò la prima a cambiare le mie abitudini: sono consapevole che fare rispettare questo provvedimento non sarà semplice né immediato, ma sono anche convinta che sarà uno strumento per avviare un vero cambio culturale”.

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