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NASCE UN’ALLEANZA TRA 75 PICCOLI PRODUTTORI (DI CUI 55 IN ITALIA): IL GRUPPO INGLESE PARADIGN ALLIANCE HA INVESTITO IN QUESTO PROGETTO DI COLLABORAZIONE 12 MILIONI DI EURO

La Franciacorta, la zona della provincia di Brescia che in questi ultimi decenni si è imposta per la produzione di spumante di alta qualità che sta alla pari con lo Champagne, lancia una nuova e innovativa sfida per la distribuzione sui mercati internazionali. Un progetto ambizioso nato dall’incontro tra la Barone Pizzini, azienda della Franciacorta, e Paradigm Alliance, gruppo inglese fondato e guidato da Robert Middlemiss che hanno investito 12 milioni di euro sui mercati inglesi, americano e italiano.

L’obiettivo è quello di riuscire a vendere vino di alta qualità prodotto dalle piccole e medie imprese come appunto la Barone Pizzini che produce ogni anno 400.000 bottiglie. A Paradigm Alliance si sono associate per ora 75 aziende, delle quali 55 italiane. La sede per il sud Europa della società è ovviamente a Corte Franca, a fianco della Barone Pizzini. Tutte le aziende dovranno produrre vino entro i parametri dettati da Paradigm Alliance, la quale, attraverso altre società collegate, provvederà a commercializzarlo nei ristoranti e nella grande distribuzione.

Ispirandosi un pò al sistema di distribuzione che già esiste negli Stati Uniti e in Australia, il vino verrà venduto anche a fondi chiusi di professionisti. Ma soprattutto, scavalcando la classica rete di distribuzione italiana: “Vogliamo portare direttamente ai ristoranti il nostro vino - ha spiegato Giovanni Pagnoni, presidente e amministratore delegato della Barone Pizzini - Ai ristoranti vogliamo fornire una carta dei vini completa con tutte le aziende che aderiscono a questa alleanza”. Identica cosa verrà fatta nelle catene della grande distribuzione: “Vogliamo che i nostri vini - ha
spiegato Pagnoni - arrivino direttamente al consumatore. Oggi il grosso pubblico conosce solo i grossi produttori. Portando tutti i vini delle aziende che si sono associate siamo convinti di portare al grosso pubblico il vino di alta qualità che si produce nelle piccole aziende. E scavalcando una serie di passaggi della distribuzione siamo convinti di portare il vino di alta qualità a prezzi competitivi”.

Fino ad ora, infatti, il limite delle aziende piccole è stato quello di produrre vini importanti senza però riuscire ad aggredire il mercato, soprattutto quello straniero. “Questa - ha spiegato Pagnoni - è la ricetta bresciana e lombarda per entrare in un mercato globalizzato. L’individualità ed attrattiva emozionale dei migliori vini fatti su scala umana non riescono neppure ad attirare l’attenzione del consumatore. Di conseguenza i piccoli produttori di alta qualità appaiono sempre più vittime di una infrastruttura distributiva arcaica, costosa ed inefficiente, e talvolta a causa della loro stessa incapacità nel costruire consapevolezza intorno ai propri marchi in un mercato sempre più affollato”.

La Lombardia e la Toscana sono state individuate come aree test del progetto che punta ad estendersi in altre regioni italiane e, ovviamente all’estero. Il fatturato previsto per il 2004 in Italia mira a raggiungere il tetto di 20 milioni di Euro.

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