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GESTIONE DEL TERRITORIO

Nella Toscana che fa la conta dei danni del meteo, la testimonianza della cantina Capezzana

Filippo Contini Bonacossi, produttore a Carmignano: “in poche ore danni per centinaia di migliaia di euro. Si permetta ai privati di pulire gli alvei”

Mentre si continua a spalare nel fango, la Toscana fa una prima conta dei danni dell’alluvione che ha colpito soprattutto l’area compresa tra Firenze, Pistoia e Prato. Se il Presidente della Regione, Eugenio Giani, ha parlato nel complesso di danni per mezzo miliardo di euro, anche l’agricoltura, ovviamente, non è uscita indenne da questi giorni. E se la Coldiretti parla di “centinaia di aziende agricole colpite, con terreni e vivai finiti sott’acqua, stalle, fienili e serre scoperchiate, trattori nel fango, alberi da frutto e olivi spezzati ma anche strade e vie rurali colpite da frane e smottamenti”, dal fronte Confagricoltura, arriva anche la testimonianza di Filippo Contini Bonacossi, produttore di vino nel territorio storico di Carmignano, con la millenaria Capezzana, una delle cantine di riferimento del territorio, nel Pratese, che spiega come “la tempesta atlantica Ciaran, in due ore, ha provocato ingentissimi danni alla nostra azienda, danni per centinaia di migliaia di euro.
Le fortissime piogge hanno provocato l’esondazione del torrente Furba, ma anche dei corsi d’acqua minori, con strade inondate, muretti di contenimento sfondati, campi e abitazioni allagate, fabbricati isolati. Si sta parlando di 100 millimetri di pioggia in poco più di due ore, l’equivalente di mille metri cubi ad ettaro”, racconta Filippo Contini Bonacossi. “L’esondazione del torrente Furba ha abbattuto una decina di filari del vigneto - ha aggiunto - ed altri sono stati compromessi, un pino è caduto sul nostro magazzino dell’imbottigliamento sfondando il tetto, l’attraversamento del torrente Furba è stato portato via, l’acqua è entrata nella stanza del vin santo bagnando tutta l’uva”.
“Va cambiata la normativa. I Consorzi di bonifica hanno pochi fondi e, quindi, fanno poco o nulla. Deve cambiare la normativa per permettere anche alle aziende private di poter ripulire gli alvei dei torrenti e di poter sfruttare sassi e sabbia”, chiede Filippo Contini Bonacossi. “Importante la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, le istituzioni siano vicine alle tante aziende agricole fortemente danneggiate dal maltempo. Vengano previsti subito ristori fondamentali per la sopravvivenza delle aziende - dice Marco Anchinico, direttore dell’Unione Agricoltori di Firenze - parliamo di vivai allagati e serre divelte, stalle e tetti scoperchiati, olive ancora da raccogliere fatte cadere dal vento che ha spezzato gli alberi ma anche strade di accesso a terreni e stalle inaccessibili dal fango e danni alle strutture”.

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