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BOLLICINE

Non solo spumante, il vino frizzante del Belpaese vale il 9% del totale export: 387 milioni di euro

Uiv - Corriere Vinicolo: cresce del 7% il valore delle spedizioni delle bollicine a bassa pressione, per 2,36 euro al litro
CORRIERE VINICOLO, EXPORT, UIV, VINIFRIZZANTI, Italia
Il vino frizzante vale il 9% dell’export italiano

Questione di pressione, e quindi di differenze produttive e stilistiche, ma spumante e frizzante non sono lo stesso vino, e se la buona parte delle bollicine appartiene alla prima categoria, la seconda, rappresentata alla sua base produttiva da Emilia Igt (131 milioni di bottiglie nel 2017), Prosecco Doc e Docg (83 milioni di bottiglie) e Piemonte Barbera (20 milioni di bottiglie) ed al suo vertice da Lambrusco di Sorbara (4,3 milioni di bottiglie) e dalla Barbera del Monferrato (4,4 milioni di bottiglie), ha comunque una sua rilevanza, specie in termini commerciali. Come raccontano i dati della Uiv - Unione Italiana Vini, analizzati dal “Corriere Vinicolo”, il giro d’affari del vino frizzante italiano all’estero, nel 2017, ha toccato 387 milioni di euro, in crescita del 7% (e per il quarto anno consecutivo) sul 2016, per un volume di 1,6 milioni di ettolitri (di cui per il 90% etichettato come Dop o Igp) ed un prezzo medio record di 2,36 euro al litro.
I frizzanti, così, valgono il 14% dell’imbottigliato esportato dal Belpaese, per una quota n valore del 9%, tutt’altro che marginale. Ma dove finiscono tutte queste bollicine? Il mercato principale è ancora quello della Germania, con poco meno del 30% del totale export a valore, ma in calo del 6%. Crescono, al contrario, gli Stati Uniti, arrivati ad una quota del 21% a valore (+9% sul 2016), ma fanno bene anche la Gran Bretagna, al 5% come l’Austria, ed in crescita del 14%, il Messico, che arrivato ad una quota di mercato del 4%, il 7% in più dell’anno precedente, al fianco di Paesi Bassi e Francia. In termini di tipologia, continua l’analisi del “Corriere Vinicolo”, i frizzanti Dop sono il prodotto più esportato nell’Europa di lingua tedesca e inglese, oltre a Paesi Bassi e Francia, dove al Lambrusco si è affiancato anche il Prosecco. Nell’emergente Repubblica Ceca, la locomotiva è costituita dai vini Dop, che nel 2017 sono diventati il prodotto di gran lunga più acquistato. Gli Igp vanno per la maggiore invece fuori dall’Ue: Brasile, Stati Uniti, Messico, Russia. Feudo dei Lambruschi in Europa resta la Spagna, anche se la perdita di valore è stata costante nell’ultimo quinquennio.

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