Il mondo del vino italiano è, forse, ancora alla ricerca di una sua piena consapevolezza, oltre che di una ferma e specifica idea di eccellenza. In questo divenire le mode non aiutano, così come appaiono spesso dannose le “guerre di religione” tra i seguaci di questa o di quell’altra impostazione stilistica. Fermo restando uno schema comune che tracci le linee guida e premi l’articolazione aromatica e la complessità di un prodotto, sarà bene adoperare per ogni tipologia dei precisi parametri di riferimento, onde evitare ridicole generalizzazioni. Se poi abbiamo di fronte un vino come il Kurni, i parametri vanno addirittura creati, tanto è personale questo vino. Un Montepulciano figlio di una viticoltura senza compromessi, amorevole e naturale, diventato un punto di riferimento di un’area che si vuole scoprire grande come il piceno. La versione 1998 è, oggi, semplicemente grandiosa, per certi versi emozionante: ricchissima eppure vibrante, complessa ed elegante, croccante e succosa, lunghissima e completamente appagante. Un caleidoscopio di sensazioni, per chissà quanto tempo ancora…
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