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Olio Evo italiano, un patrimonio del made in Italy, sul palco a “Sol2Expo - Full Olive Experience”

Dal 2 al 4 marzo, il nuovo salone by Veronafiere dedicato ad una risorsa che è nel 96% dei carrelli degli italiani, e supera 2 miliardi di export

L’olio Evo è nel carrello della spesa del 96% dei consumatori italiani, rappresenta un “bene sociale” e un ingrediente irrinunciabile per la tavola tricolore, con il Belpaese che è uno dei principali produttori mondiali. Ma rappresenta anche un valore economico importante, per il made in Italy, visto che l’export, grazie ad una domanda stabile e all’aumento dei prezzi all’export, nei primi dieci mesi 2024, è cresciuto del 52,5% a valore (per un consuntivo tra gennaio e ottobre di 2,1 miliardi di euro) e del 5,4% a volume sul pari periodo 2023, per un prodotto capace di esprimere qualità e varietà, e che raggiungere oggi 160 Paesi (con il 60% delle esportazioni concentrato in Usa, che da solo vale un terzo dei volumi, Germania, Francia, Canada e Giappone). Un patrimonio che sarà sotto i riflettori a Sol2Expo - Full Olive Experience, il Salone in programma a Veronafiere dal 2 al 4 marzo, presentato, oggi, al Ministero dell’Agricoltura a Roma.
“Sarà un Salone rappresentativo non solo dell’intera filiera dell’olivo e dell’olio - ha spiegato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo - ma anche di tutte le Regioni produttrici italiane, con una presenza massiccia e capillare delle associazioni e dei protagonisti del comparto. Il consumo globale di olio d’oliva ha superato i 3 milioni di tonnellate, allargando la platea di consumatori a mercati emergenti in Sud America e in Asia. Allo stesso tempo, l’Italia vive una stagione produttiva difficile, messa alla prova dal cambiamento climatico. Per questo abbiamo potenziato l’attività di analisi del comparto con due strumenti inediti: il nuovo Osservatorio di Sol2Expo per il monitoraggio del mercato e dei consumi, realizzato in collaborazione con Nomisma e altri partner istituzionali e non, e il neonato Comitato tecnico-scientifico, per un presidio scientifico su ricerca, innovazione e i temi caldi del settore”. Nel suo nuovo ruolo da solista, dopo 28 edizioni in convivenza con Vinitaly, Sol2Expo debutta con il raddoppio della superficie espositiva: un risultato importante che denota la centralità e l’interesse per un prodotto simbolo del made in Italy. Per il dg Veronafiere, Adolfo Rebughini, “già da questa edizione start-up, Sol2Expo offre una panoramica completa sul mondo dell’oliva e dell’olio, a partire dal business fino al consumatore finale. Si va dal prodotto al sottoprodotto, passando per la tecnologia, la formazione e il turismo, con l’obiettivo di garantire a operatori e visitatori una fiera altamente esperienziale, oltre che una vetrina d’eccezione per l’eccellenza olivicola italiana. Sul fronte della promozione abbiamo lavorato con i nostri delegati e Ice-Agenzia per l’incoming di top-buyer specializzati, con operatori provenienti da 27 Paesi. Ai professionisti profilati già invitati e ospitati da Veronafiere, provenienti da Armenia, Austria, Azerbaijan, Brasile, Corea del Sud, Croazia, Cina, Colombia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Giappone, India, Irlanda, Israele, Marocco, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Stati Uniti, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ungheria e Vietnam, si aggiungeranno gli altri operatori nazionali e internazionali diretti a Verona”.
“Iniziative come quella di Sol2Expo contribuiscono a raccontare un grande prodotto, l’olio, dandogli valore. Più cresce il valore del prodotto e più ogni anello lungo la filiera ne beneficerà. Non si può più ragionare in termini di prezzi bassi o alti, ma di prezzi giusti che vanno spiegati e raccontati. Dobbiamo creare la giusta aspettativa di mercato rispetto ad un prodotto di eccellenza. La qualità è ciò che caratterizza la nostra nazione: dobbiamo capire come continuare a valorizzare questa qualità per creare ricchezza e consentire al sistema di continuare a investire proprio su questo”, ha detto il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Italia Olivicola insieme all’Associazione italiana Frantoiani Oleari - Aifo, Filiera Olivicola Olearia Italiana - Fooi -Interprofessione, Unapol insieme all’associazione amica Frantoi Oleari Associati - Foa Italia e Fondazione Evoo School sono le sigle presenti in fiera, a cui si affiancano tutte le regioni produttive, rappresentate da collettive o singole aziende (Basilicata, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Veneto, Calabria, Liguria, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Marche). Sul fronte estero, sono già confermate le presenze di aziende da Albania, Spagna, Tunisia e, per le tecnologie, dalla Germania. Con focus che spaziano dall’olio vergine ed extravergine di oliva ai sottoprodotti, dagli oli di semi speciali a quelli nutrizionali fino ai prodotti per il wellness, la cosmesi a base di olio e la tecnologia, Sol2Expo 2025 rilancia anche il programma formativo degli Evoo Days (3-4 marzo), con approfondimenti su temi di attualità tecnico-scientifica e di mercato, mentre gli insight su innovazione tecnologica e cosmesi saranno curati da Aipo, l’Associazione interregionale produttori olivicoli. Al palinsesto B2b si affianca il calendario degli appuntamenti consumer che prevede cooking show, workshop, degustazioni con pairing e trattamenti cosmetici mani-viso a base di olio.
Secondo un’indagine realizzata dall’Osservatorio Nomisma-Sol2Expo - che sarà illustrata integralmente proprio nell’evento - il 36% dei consumatori considera l’olio Evo uno degli alimenti più salutari, al pari di verdure, frutta e pesce, tanto che le parole più associate dagli italiani alla filiera olivicola sono “salute”, “sostenibilità” e “natura”, a cui si aggiungono i riferimenti a “qualità”, “bontà”, “benessere” e “beneficio”. La presenza di olio extravergine di oliva - rileva l’Osservatorio - funge da incentivo anche per l’acquisto di pesce in scatola (70%), oli aromatizzati (69%), paté di olive e paste spalmabili a base di olio di oliva (64%) e prodotti sott’olio (63%). A orientare l’acquisto di olio Evo, prima ancora del prezzo (prima motivazione per il 18%) e della fedeltà al brand (15%), sono sempre più le indicazioni di origine, importanti per 4 consumatori su 10, attenti sia alla provenienza made in Italy (29%) che alla presenza di certificazioni Dop/Igp (15%). E quello dei prodotti a denominazione rappresenta uno dei segmenti in crescita anche sul versante produttivo che, negli ultimi dieci anni, ha registrato un aumento della quota degli oli Dop/Igp made in Italy dal 2% al 6%. A questo dato si affianca quello della coltivazione biologica, oggi estesa a quasi un quarto (24% contro il 15% del 2013) degli 1,14 milioni di ettari dedicati alla coltivazione di olivi in Italia. Con 619.000 imprese e 4.327 frantoi attivi, l’Italia rappresenta uno dei principali produttori di olio d’oliva a livello globale. Nella campagna 2024/2025 la produzione si è attestata sulle 224.000 tonnellate, con un calo del 32% sulla scorsa annata che conferma il trend negativo del decennio, imputabile soprattutto agli effetti negativi del cambiamento climatico sulle rese. In particolare, dal 2018 ad oggi, la produzione di olio d’oliva non è mai andata oltre le 370.000 tonnellate. La contrazione dell’offerta ha determinato un sensibile aumento dei prezzi medi sui mercati esteri (passato da 5,08 euro al chilo a 10,12 euro al chilo nel giro di due anni) e anche in Italia. Di conseguenza, nel 2024 i volumi delle vendite di olio Evo nel canale off-trade hanno segnato un -1% a fronte di un incremento a valore del 29%, con un prezzo medio in crescita del 30%.

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