Una situazione che ormai viene definita “drammatica”: in Toscana la produzione di olio extravergine è scarsissima ed i prezzi alti, si parla di oltre 9 euro al chilo. Tanto che, almeno per quest’anno, secondo Fedagripesca Toscana, l’olio si conferma più che mai un prodotto di élite. Tutto questo mentre nella regione molti oliveti sono a rischio abbandono, con conseguenze non solo sulla produzione, ma anche sul paesaggio, soprattutto in zone iconiche come il Chianti.
“Per la Toscana sulla Costa un po’ di produzione c’è, come nel Grossetano, ma la situazione - afferma il vicepresidente Fedagripesca Confcooperative Toscana, Ritano Baragli - è molto difficile prima le grandi piogge e poi il freddo hanno rovinato una parte dei germogli, e adesso questo clima: è stato un anno complicato. Vediamo cosa ci riserverà il futuro, purtroppo se analizzo quest’anno dico che le notizie non sono per niente positive. In riferimento ai prezzi - continua Baragli - anche in Puglia la situazione è la stessa. Si sfiorano i 10 euro al chilo. Basta pensare alla Spagna: nel 2022 ha prodotto la metà di quello che produceva mediamente, 9 milioni di quintali di olio contro i 18 milioni di quintali del passato. Adesso la previsione è di 6 milioni, c’è un calo continuo”.
In Italia, secondo Coldiretti e Unaprol, sarebbero quasi 30 milioni gli ulivi da salvare, piante abbandonate a causa del cambiamento climatico e per l’esplosione dei costi, che mettono a rischio anche la sopravvivenza di quel patrimonio di biodiversità e storia rappresentato dagli alberi secolari.
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