“Trasparenza e indicazione dell’origine dei prodotti agricoli sono due elementi imprescindibili, da oltre vent’anni parte integrante delle scelte di politica agricola comunitaria. Oltre ai marchi Dop e Igp, l’Europa ha approvato il nuovo regolamento sulle informazioni ai consumatori, estendendo l’obbligo di etichettatura di origine a tutti i prodotti zootecnici freschi”. Parola di Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, che commenta così il progetto “Origini Trasparenti”, la nuova campagna di Coop che punta alla massima trasparenza dell’informazione per i suoi 1.400 prodotti a marchio. Un esempio unico in Europa, che si inserisce in un contesto internazionale di “misure tutte rivolte alla tutela delle produzioni tipiche di qualità, distintive dei diversi territori, che garantiscono protezione a produttori e consumatori, oggi sempre più consapevoli - continua De Castro - e attenti ai valori materiali e immateriali dei prodotti che portano in tavola. In questo contesto, bisogna dunque applaudire l’iniziativa di Coop Italia che, prima in Europa, ha deciso di fornire ai propri consumatori informazioni dettagliate e facilmente reperibili sull’origine dei prodotti e sui luoghi e le modalità di produzione. Un’operazione che mi auguro possa fare da modello ed essere replicata in Italia e in Europa”.
Una novità che riguarderà una gran varietà di prodotti, dalla passata di pomodoro allo yogurt, dal latte ai cereali, escludendo quelle categorie di prodotti come i freschissimi su cui la determinazione dell’origine è già obbligatoria per legge in etichetta (come ad esempio per ortofrutta e carni bovine) o aggiunta volontariamente da Coop (carni suine ed avicole). A supportare il consumatore, ci sarà un sito dedicato, www.cooporigini.it, linkato al sito istituzionale www.e-coop.it, dove il consumatore, digitando il codice a barre o il nome del prodotto, avrà subito disponibili le informazioni relative alle principali materie prime impiegate nelle produzioni, quelle più consistenti dal punto di vista quantitativo e quelle caratterizzanti il prodotto. Su richiesta, inoltre si potranno ottenere informazioni anche su ingredienti minori. Poi ci sarà l’App (disponibile su piattaforma iOS ed Android) che consente, semplicemente fotografando il codice a barre, di ottenere le stesse informazioni offerte dal sito www.cooporigini.it e, per i 4 italiani su 10 che non usano Internet, ci sono i punti di accoglienza dei 1.470 punti vendita Coop (che fatturano 13 miliardi di euro l’anno, il 75% grazie ai prodotti alimentari ed alle bevande, pari ad una quota di mercato del 18,5%).
Su alcuni prodotti “semplici” la cui materia prima è al 100% italiana l’informazione in realtà è già inserita in etichetta. Ma su molti prodotti, su cui può essere estremamente complesso inserire i dati in etichetta e soprattutto aggiornarli il ricorso al web è inevitabile, tanto più che accanto “al dove si produce”, bisogna sempre indicare anche “il come”: l’origine è un’informazione utile, ma altrettanto importanti sono le garanzie sulle modalità produttive, sui controlli, sulle caratteristiche di sicurezza e qualità dei prodotti. “Si tratta di informazioni non aggiunte ma sostanziali - precisa Enrico Migliavacca, vicepresidente vicario di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) - e che il web permette, appunto, di fornire consentendo al consumatore una scelta consapevole. Per noi di Coop è doveroso mettere i consumatori nelle condizioni di scegliere responsabilmente e abbiamo ritenuto urgente fornire gli strumenti necessari per esercitare il diritto di scelta su una materia così delicata e al tempo stesso decisiva come appunto la provenienza delle materie prime”.
“Questo dell’origine delle materie prime è un progetto a cui lavoriamo da tempo, con rigore e determinazione - spiega Marco Pedroni, presidente di Coop Italia - ma essendo la materia complessa, non basta limitarsi a dire se il latte o i legumi in scatola sono italiani o vengono dall’estero. Il problema è anche cercare di fare in modo che si capisca il perché. Coop da sempre privilegia, a parità di qualità e sostenibilità economica, i prodotti italiani e, pur in un contesto difficile per l’agricoltura, ha sempre continuato a sviluppare politiche di filiera nazionali, ma evitando facili semplificazioni. Il 60% dei nostri prodotti alimentari oggi sono fatti con materie prime di origine italiana. Una percentuale che sale ulteriormente se si escludono prodotti (tipo caffè e cacao) per le quali la materia prima è obbligatoriamente estera perché non disponibile nel nostro paese. Ma l’informazione che spesso manca a tante persone è che, per tanti altri prodotti, che pure sarebbe possibile coltivare o produrre nel nostro paese, non siamo autosufficienti”.
Basti dire che in Italia produciamo solo il 38% del grano tenero di cui avremmo bisogno, col grano duro arriviamo al 65%, con le carni bovine siamo al 76%, e per il latte alimentare arriviamo ad appena il 44%. Ribaltando il punto di osservazione, le uniche filiere in cui siamo autosufficienti sono quelle del riso, del vino, della frutta fresca, del pomodoro e del pollo. Del resto dal 1970 ad oggi gli ettari di superficie coltivabile nel nostro paese si sono ridotti di 1/3, scendendo da 18 milioni a 13, mentre la popolazione, salita a 60 milioni, è cresciuta del 10%. “E’ importante ribadire - sottolinea Maura Latini direttore generale di Coop Italia - che nel nostro lavoro su tutti i prodotti a marchio Coop abbiamo definito alcune priorità che sono la garanzia del rispetto degli standard di qualità e di sicurezza, esigenze che si incrociano con il poter proporre un prezzo equo e conveniente alle famiglie. Lavoriamo su questo da anni e abbiamo come alleati 250 fornitori nazionali con i quali nel tempo abbiamo raggiunto importanti obiettivi di trasparenza. Coop ha per prima certificato origine e tracciabilità di diverse filiere, dagli oli alle conserve di pomodoro, dalle uova al latte. E non abbiamo mai abbassato la guardia sui controlli e sulla sicurezza. Parte integrante di questo percorso è ora il progetto sull’origine delle materie prime. Ci piacerebbe come è già successo in altri casi che il nostro esempio funzionasse da apripista per altre iniziative concrete su questo tema”.
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