Dopo le proteste è tempo di risposte. Ci si attende a breve una svolta per la Pac, argomento cruciale per il mondo agricolo (affrontato da WineNews nell’intervista, ieri, con il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida). La Commissione Europea presenterà il 15 marzo la nuova proposta legislativa per semplificare alcune norme della Politica agricola comune, dopo che gli agricoltori hanno alzato la voce, in attesa del vertice dei leader Ue in programma il 21 e 22 marzo.
L’appuntamento del 15 marzo può essere decisivo, e, non a caso, Coldiretti, con il presidente Ettore Prandini, ribadisce come “ci aspettiamo che, sulla Pac (che vuol dire il 30% del bilancio dell’Unione Europea, ndr), la Commissione Europea dia risposte chiare in tempi certi alle nostre richieste, dalla semplificazione e riduzione degli oneri burocratici per le imprese agricole alla sospensione degli obblighi sulla condizionalità ambientale; dalla revisione delle regole sugli aiuti di Stato per consentire una moratoria dei debiti delle aziende, all’introduzione del principio di reciprocità negli scambi commerciali, fino agli impegni sulle pratiche sleali, sull’aumento delle risorse per la sicurezza alimentare e sul dossier Ucraina, dove il costo dell’allargamento non può essere pagato dagli agricoltori europei”.
Per il presidente Coldiretti Ettore Prandini “le aziende non possono più sopportare imposizioni burocratiche, follie e fenomeni che mettono a rischio il loro reddito e per evitare questo dobbiamo porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi legati all’applicazione della condizionalità ambientale. Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli”. Coldiretti chiede di eliminare da quest’anno “le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti, in quanto la semplice deroga non è sufficiente. E in Europa deve valere anche il rispetto il principio di reciprocità con un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard”.
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